«Piena affermazione dei diritti umani per tutte e tutti»

Intervista a Marta  Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, e Ilaria Valenzi, coordinatrice della Commissione studi e consulente legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

 

Da settantacinque anni (era il 1950 quando con la risoluzione 423 – V – si stabilì che il 10 dicembre fosse la data giusta per celebrare i diritti umani: ossia quella in cui l’Assemblea Generale Onu decise di adottare la Dichiarazione Universale del 1948) si celebra la Giornata mondiale per i diritti umani. Ne abbiamo parlato in questa intervista doppia con Marta  Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope (MH), il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e Ilaria Valenzi, coordinatrice della Commissione studi (COSDI) e consulente legale della FCEI. 

 

Una ricorrenza importante anche per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei)?

Bernardini: “Il tema dei diritti umani è sempre stato centrale nella visione della Federazione, strettamente connesso anche alla sua storia di chiese di minoranza. I diritti, per noi, devono valere per tutti e tutte, e rappresentano una tutela anche per le categorie più vulnerabili, fragili ed emarginate, della società. Come Federazione di chiese protestanti sentiamo tra i nostri compiti anche quello di monitorare che i diritti siano veramente inclusivi e trasversali, intersezionali – cioè che accorpino più lotte e rivendicazioni -, affinché non diventino, al contrario, un privilegio esclusivo di una sola élite dominante”.

Valenzi: “Le chiese protestanti hanno un legame molto stretto con il tema dei diritti umani. Il ruolo del protestantesimo nel determinare lo stesso significato dei diritti umani è stato studiato e approfondito, individuando nella libertà di coscienza, e di religione, nel rapporto tra stato e chiesa, e nel concetto di dignità umana e di individuo il portato principale per l’emersione, in tempi moderni, dei diritti umani e della democrazia come luogo per la loro realizzazione. In questo senso, la Federazione è pienamente inserita in un percorso di riconoscimento e valorizzazione dei diritti umani e di ricerca di una loro declinazione oggi, nei confronti di tutte le identità complesse, in un momento di crisi della democrazia e di ruolo del religioso che spinge, in troppi casi, verso percorsi di negazione proprio di quei diritti umani che il protestantesimo ha contribuito ad affermare”.

 

Il Rapporto 2024-2025 di Amnesty International descrive la situazione dei diritti umani in 150 stati e sottolinea «l’insinuarsi di pratiche autoritarie e le feroci repressioni contro il dissenso e una regressione globale».

Bernardini: “Se pensiamo a questi ultimi anni così caratterizzati da violenza, guerre, repressione di interi popoli, crisi climatica, l’inasprirsi di diseguaglianze economiche e sociali, garantire la tutela dei diritti è ancora più necessario. Queste differenze sempre più marcate sono un problema anche per la democrazia, minano i valori costituzionali. Il nostro tentativo è quello di rispondere alla chiamata evangelica stando sempre dalla parte delle persone le cui esistenze sono più fragili, rese tali da un sistema ingiusto e violento”.

Valenzi: “Il tema dell’uso della violenza e dei conflitti è l’emergenza di cui occuparci. Alla violenza dei conflitti armati bisogna aggiungere la violenza che agisce nei contesti dove le democrazie non sono più il metodo di gestione del potere politico privilegiato. Le democrazie illiberali, i nuovi autoritarismi, le autocrazie, costituiscono il più grande pericolo per l’affermazione dei diritti umani in quei luoghi dove gli stessi si davano per assodati. La regressione sui diritti civili negli Stati Uniti e in diversi contesti europei, come l’Ungheria, la repressione nei confronti dei e delle migranti, la ricerca del nemico nelle diversità anche religiose sono la cifra del nostro tempo, a cui contrapporre la forza dei diritti umani e la necessità di una loro piena ri-affermazione. Occorre vigilare in maniera sempre più attenta anche in casa nostra. Certamente, in un’ottica globale e non parcellizzata, parlare di diritti di individui e comunità deve andare di pari passo con l’impegno sempre più forte di tutela delle popolazioni e delle persone oppresse e in stato di pericolo per la loro sopravvivenza”.

 

La difesa della libertà religiosa, l’accoglienza a rifugiati e migranti, la tutela delle minoranze e dei più vulnerabili… Sono tutti temi cari alla Fcei

Bernardini: “La Federazione, tramite Mediterranean Hope, il suo programma rifugiati e migranti, ha proprio l’obiettivo di sostenere le persone migranti nel loro diritto a spostarsi, richiedere protezione, autodeterminarsi, e lo fa con attività di solidarietà, accoglienza, implementazione di vie legali e sicure di accesso, azioni di advocacy, sensibilizzazione su temi di giustizia sociale, cittadinanza, diritti e discriminazione. Ogni diritto è un tassello di una libertà complessiva e della possibilità per ogni individuo di avere un futuro e un presente dignitosi”.

Valenzi: “La Federazione ha sempre fondato il suo stare nello spazio pubblico come un impegno nei confronti dell’affermazione dei diritti e della tutela di ogni componente della società, a partire dalle confessioni religiose non maggioritarie e della loro libertà religiosa. L’impegno per la piena libertà individuale e collettiva passa per l’affermazione dei diritti nei confronti di tutti di potersi autodeterminare anche nelle scelte della propria fede. Garantire uno spazio laico e inclusivo delle differenze deve essere compito dello Stato e, in questo senso, la Federazione porta avanti un impegno che non si fa solo riflessione, ma che diventa concreto, per la tutela di tutte le persone che vivono condizioni di difficoltà e discriminazione, a partire dal proprio credo, nel rapporto con le altre sfere della propria personalità. Una condizione di libertà che è caratteristica primaria per la piena affermazione dei diritti umani di tutti e ognuna”.

 

Da Nev – Notizie evangeliche