La relazione con Dio esige autenticità
Un giorno una parola – commento a II Samuele 7, 22
Tu sei davvero grande, Signore, Dio! Nessuno è pari a te e non c’è altro Dio fuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi
II Samuele 7, 22
Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine
Apocalisse 22, 13
Abbiamo ascoltato una confessione di fede in Dio che risuona assoluta e lapidaria. Essa sgorga dal cuore di Davide, eroe biblico. È un moto dell’anima che scuote il pastorello diventato condottiero e poi re. La richiesta che Dio rivolge a Davide è quella di costruirgli un tempio. A leggere l’immediato contesto si colgono stupore e imbarazzo. Come se Davide dicesse: Proprio a me ti rivolgi? Sono stato un semplice pastore di pecore, non ho ascendenze nobili, né particolari meriti. Ci si aspetteremmo il classico: no grazie! Non sono all’altezza. Invece nulla di tutto questo. Davide assume l’incarico e ha pure la sfrontatezza di chiedere a Dio una contropartita: se Tu hai preso questa decisione nei miei confronti, non cambiare idea durante il percorso. Se T’impegni per me io m’impegno per Te. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro.
La fede non è esclusivamente recettiva. Occorre accoglierla anche attraverso la riflessione, il dubbio, la discussione. Non siamo vittime di un Dio capriccioso ma interpreti e protagonisti del suo amore per noi. Questa relazione di Davide con Dio sembrerebbe, a prima vista, sconsiderata. In realtà è intessuta di fiducia. Davide ci dice che con Dio si può discutere, si possono avanzare richieste, si può essere se stessi purché totalmente autentici comprese le nostre contraddizioni, incoerenze, ipocrisie.
È una relazione quella con Dio che per essere efficace esige un piano di verità e di amore reciproco. Se mi vuoi conquistare sappi che anch’io voglio conquistarti. Convincerti, discutere e perché no? Negoziare con Te l’uso del tempo della mia vita. In questo singolare accordo non ci sono sconti, ognuno deve impegnarsi al meglio per l’altro. Il costo di questa reciproca conversione è presentato da Cristo. Non c’è nulla di misterioso. Il programma è definito, deve solo essere applicato. Per attuarlo, probabilmente, da soli non ce la facciamo. Abbiamo bisogno di altri e altre che vogliano condividere questo destino. Amen.