Le Chiese affrontano l’ideologia del “Mondo Russo”

Un importante incontro  ha riunito 90 leader ecclesiastici e studiosi a Helsinki per delineare le azioni che le chiese possono intraprendere di fronte alle ingerenze teologiche di Mosca

 

 

Una dichiarazione, «Le Chiese affrontano l’ideologia del “Mondo Russo”» pubblicata dalla conferenza ecumenica “Resistere all’Impero, Promuovere la Pace”, delinea chiaramente le azioni che le Chiese possono intraprendere per la pace e la riconciliazione e afferma una forte critica teologica all’ideologia e al suo abuso dell’insegnamento cristiano.

 

Dal 1° al 3 dicembre circa 90 leader ecclesiastici e rappresentanti di chiese, consigli nazionali di chiese, partner ecumenici e studiosi si sono riuniti a Helsinki, in Finlandia, per un incontro organizzato dalla Conferenza delle Chiese Europee (Kek) in collaborazione con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia e la Chiesa ortodossa di Finlandia.

La dichiarazione finale sottolinea che la guerra della Russia contro l’Ucraina, alimentata dall’ideologia del “Mondo Russo”, è un attacco militare, politico e umanitario che minaccia sia la vita di milioni di persone sia le fondamenta democratiche dell’Europa.

 

«L’ideologia del ‘Mondo Russo’ nega l’identità nazionale degli ucraini e delle nazioni vicine, così come il loro diritto all’autodeterminazione» si legge nel testo. «La Chiesa ortodossa russa continua a fornire un sostegno teologico e istituzionale all’invasione, mettendo a tacere il dissenso all’interno del proprio clero e di altri membri e promuovendo i cosiddetti ‘valori tradizionali’ per giustificare le azioni della Russia».

 

L’ideologia del “Mondo Russo” costituisce una distorsione del Vangelo fin dalle sue fondamenta, osserva la dichiarazione. «Ogni essere umano porta l’immagine di Dio, un’impronta che non può essere cancellata, assorbita o ridefinita da nessun altro. Questo è il fondamento della comprensione cristiana della persona umana: la persona sta davanti a Dio in una dignità irriducibile, prima che davanti alla nazione, alla cultura o a una civiltà piuttosto che a un’altra».

 

La dichiarazione condanna inoltre come eretica qualsiasi affermazione che la guerra possa essere “santa” o che la morte di un soldato in battaglia purifichi i peccati, respingendo tali insegnamenti come incompatibili con il Vangelo e l’esempio di Cristo. Sottolinea la necessità che le chiese attingano al triplice ministero di Cristo – regale, profetico e sacerdotale – come quadro di riferimento per resistere alle narrazioni imperialiste e promuovere la pace.

La dichiarazione osserva inoltre che nessuna ideologia può subordinare questa realtà ai propri fini. «La guerra è incompatibile con l’insegnamento e l’esempio del nostro Signore Gesù Cristo. La responsabilità delle chiese è di porre Cristo al centro.

 

Le chiese europee devono rispondere

 

La dichiarazione chiede inoltre di rafforzare «la resistenza ucraina all’ideologia del ‘Mondo Russo’ e alle sue devastanti conseguenze» e di contrastare «l’abuso della strumentalizzazione della fede da parte delle Chiese ortodosse e di altre Chiese in Russia»

Il testo suggerisce inoltre di coltivare «un’alfabetizzazione teologica in grado di riconoscere e contrastare l’abuso del linguaggio religioso, ad esempio, resistendo alla tentazione di confondere il Regno di Dio con una data entità politica o forma di governo» e al contempo incoraggiando «la raccolta e la conservazione delle testimonianze dei sopravvissuti e dei caduti».

 

Ulteriori azioni includono il sostegno a un dialogo di verità e riconciliazione, il rafforzamento delle voci dissidenti russe, il confronto con le istanze imperialiste delle stesse Chiese, la promozione della guarigione dai traumi e la trasformazione non violenta dei conflitti.

La dichiarazione si conclude esortando le chiese a pregare «per coloro che sono complici dell’aggressione russa contro l’Ucraina, affinché la grazia di Dio li conduca sulle vie del Vangelo, ispiri il pentimento e apra la strada a una pace giusta e alla riconciliazione», e con un incoraggiamento alle chiese a salvaguardare la democrazia e a sostenere l’inviolabilità dei confini internazionali, in uno spirito di fedele resistenza all’impero e di promozione della pace.

 

 

Foto: Kinga Majewska