Rivolgersi al prossimo senza giudizio

Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 1, 17

 

 

Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio

Deuteronomio 1, 17

 

Se avete riguardi personali; voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori

Giacomo 2, 9

 

Chi riesce ad essere imparziale, obiettivo e distaccato in ogni circostanza? Giudicare, parlare dietro alle spalle sono comportamenti miserevoli perché non tengono conto dei sentimenti altrui. Capita a tutti e a tutte di lasciarsi andare a qualche malignità. A volte per scherzare senza una vera malizia. A volte per mettere in cattiva luce qualcuno che ci disturba.

 

Il giudizio verso le persone può essere solo superficiale, non conosciamo davvero il perché del loro comportamento, anche la persona più spavalda può nascondere fragilità e debolezze. Se riusciamo a cogliere il lato umano delle persone che abbiamo davanti possiamo solo imparare. Già, perché ciò che notiamo negli altri è anche una parte di noi, magari proprio quella che vorremmo cambiare.

 

Così il nostro giudizio diventa un’osservazione di noi stessi. Perché rido di quella caratteristica? Perché mi dà tanto fastidio un comportamento? Forse perché quell’atteggiamento, lo cogliamo anche dentro di noi.

Siamo noi che dobbiamo mutare qualcosa nel nostro sguardo. Non è la pagliuzza nell’occhio altrui, ma la trave che abbiamo in noi che ci dovrebbe colpire e far riflettere. Imparare a conoscere noi stessi ci renderebbe più indulgenti. Siamo anche noi esposti all’errore e solo se sappiamo guardare a noi stessi con uno sguardo severo, ma nello stesso tempo amorevole, possiamo rivolgerci al nostro prossimo senza alcun giudizio e comprendere che la giustizia divina è ben altro da ciò che immaginiamo. Amen.