Religioni contro la guerra

Comunicato congiunto di Glam, Cipax, Paz Christi e Fedi Disarmate per la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in caso di guerra e conflitto armato

 

5 novembre 2001, dopo la devastazione della guerra nella ex Yugoslavia, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 6 novembre di ogni anno Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in caso di guerra e conflitto armato ( A/RES/56/4 ),  tra cui quelli che coinvolgono risorse naturali, terre rare, materie fossili. 

 

Glam, la Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, con Pax Christi, Cipax e Fedi Disarmate hanno prodotto il comunicato che segue:

 

Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

L’ Obiettivo 16 concerne la pace, la giustizia e istituzioni solide, la promozione di società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile e l’accesso alla giustizia per tutti attraverso organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli.

Nel dettaglio solo il punto 16.4 concerne guerre e conflitti e unicamente sotto il profilo della legalità: «Entro il 2030, ridurre in modo significativo i flussi finanziari e di armi illeciti, rafforzare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di criminalità organizzata».

 

A 5 anni dalla scadenza della Agenda credo possiamo affermare che da più parti, avendo impresso al pianeta una accelerazione bellicista, è responsabile non solo di aver disatteso il punto 16 degli obiettivi dello sviluppo sostenibile ma di avere affossato anche tutti gli altri e così l’intero progetto.

Forse davvero pensando di trovarsi in un giardino circondato dalla jungla, come espresso da un esponente della UE nel 2022 senza incontrare contraddittorio, le popolazioni e le chiese sostanzialmente lasciano fare, contando sulla esperienza di 5 secoli di colonialismo in cui le guerre hanno piegato il pianeta e portato loro benessere e lavoro.

Non per caso la corsa agli armamenti sempre più distruttivi si accompagna ad una campagna mediatica e ad azioni di delegittimazione e svuotamento dell’ONU entrato in vigore il 24 ottobre 1945.

 

La indizione di una giornata sull’impatto di guerre e conflitti sull’ambiente consente ancora una volta di guardare ad un nesso generalmente non registrato. E proprio sotto la pressione del comparto militare industriale sui governi ad esso subordinati quest’anno crediamo occorra affermare che non c’è modo di prevenire lo sfruttamento dell’ambiente quando vengono messe in campo azioni distruttive tra umani. Al massimo mitigare ma per lo più fare la conta dei danni.

In sintesi, la guerra è contestualmente un ecocidio che gli stessi produttori di armi vogliono sempre più letale, pervasiva e permanente.

 

Assuefatti a rispondere ad impulsi emotivi in una bolla di manipolazione cognitiva forse pensiamo di poter continuare impunemente ad aggredire il resto del mondo seminando odio e divisioni e distruggendo ecosistemi principalmente per accaparrare risorse ed energia.

La Glam celebra questa ricorrenza dal 2018, forte del monito del Consiglio ecumenico che nel 1948 nella sua prima assemblea ha dichiarato che la guerra è contraria alla volontà di Dio  (War is contrary to the will of God), all’inizio del Decennio del Consiglio ecumenico per la giustizia climatica e ad un secolo dalla Conferenza a Stoccolma del movimento Vita e lavoro (1925) che nel messaggio conclusivo diceva «Invitiamo le Chiese a condividere con noi il nostro senso dell’orrore della guerra e della sua futilità come mezzo per risolvere le controversie internazionali, e a pregare e ad operare per il compimento della promessa che sotto lo scettro del Principe della Pace… giustizia e pace si baceranno».

 

Una data nel quadro dell’impegno ecumenico che condivide con Cipax, Pax Christi e da quest’anno con il movimento interreligioso Fedi disarmate per una pace intesa come indivisibile che esclude la produzione di armi e una difesa armata continentale.

 

E’ proprio in questo clima mortifero che più forte occorre ricordare il Salmo 24,1 del Signore è la terra e quanto contiene, il mondo e i suoi abitanti. E a lui rendiamo conto.