Restare fermi nella fede
Un giorno una parola – commento a Ebrei 4, 14
Già fin d’ora, ecco, il mio Testimone è nel cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi
Giobbe 16, 19
Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo
Ebrei 4, 14
Ci sono momenti nella vita in cui la fede viene messa alla prova. Non sempre da grandi avvenimenti, ma anche dalle delusioni, dalle fatiche quotidiane e dai silenzi di Dio che sembrano non finire mai. In quei momenti nasce la tentazione di cambiare strada, cercare appigli nuovi o parole più facili. Eppure, la Parola di Dio ci invita a restare saldi nella fede che professiamo.
Stare fermi nella fede significa radicarsi ancora di più in ciò che si crede, anche quando tutto intorno vacilla. È come un albero che resiste alla tempesta non perché il vento non lo scuota, ma perché le sue radici profonde lo tengono saldo. La nostra forza non viene da certezze illusorie, ma dalla fedeltà di Colui che ci ha amati per primo. È Lui la roccia sicura su cui poggiamo i piedi, il fondamento che non crolla.
Ci sono anche momenti in cui Dio sembra tacere. Le preghiere restano senza risposta, le strade si chiudono, il cuore si riempie di domande e di attese. In quei silenzi la fede diventa un atto di grande coraggio. Non vacilla, ma cresce. Si libera dalle emozioni e dalle abitudini, e affonda le radici in un amore più profondo, capace di credere anche senza vedere.
Mentre la società ci spinge a correre sempre di più, la fede ci invita alla pace stabile del cuore. La fedeltà quotidiana nella preghiera è il movimento silenzioso di chi crede con perseveranza.
Restare fermi nella fede vuol dire scegliere Cristo ogni giorno, anche quando la speranza sembra un seme nascosto nella terra. Sappiamo però che, nel tempo di Dio, quel seme germoglierà e porterà frutto. Amen.