Rottura insanabile nella Comunione anglicana?

Dure prese di posizione dell’ampio gruppo conservatore del panorama anglicano: «Non riconosciamo l’arcivescovo di Canterbury»

 

La questione di genere – benedizione di coppie dello stesso sesso o possibilità per pastore e pastori di avere un partner dello stesso sesso – sta diventando una spina sempre più grossa per una parte del mondo protestante. Vi abbiamo a più riprese raccontato in questi anni della grande frattura in corso nelle chiese metodiste mondiali proprio su questo tema. Ora è il panorama anglicano ad essere in subbuglio per usare un eufemismo. Da anni, ufficialmente dal 2008, la componente conservatrice della Comunione anglicana ha dato vita a una propria sigla, la Gafcon, rimasta sempre comunque all’interno della famiglia anglicana globale. Ora viene annunciata la scissione, anzi viene detto che la vera Comunione anglicana è proprio la Gafcon, mentre la componente rimanente avrebbe tradito i principi che regolano le relazioni fra le chiese, per cui sarebbe questa ad essere irregolare.

 

Il casus belli, l’ultimo ma forse il decisivo, è stato la nomina di Sarah Mullally ad arcivescova di Canterbury, prima donna della storia. Una prima volta che proprio non è andata giù ai tradizionalisti anche per le posizioni espressa da Mullally in passato sul tema della sessualità.

«La Chiesa d’Inghilterra ha scelto un leader che dividerà ulteriormente una Comunione già divisa» recita il primo dei due comunicati firmati da Laurent Mbanda, arcivescovo anglicano del Rwanda e presidente di Gafcon.

Per oltre un secolo e mezzo, l’arcivescovo di Canterbury ha avuto ruolo non solo come primate di tutta l’Inghilterra, ma anche come leader spirituale e morale della Comunione anglicana. In tempi più recenti, la sede di Canterbury è stata descritta come uno dei quattro “Strumenti della Comunione”, presiedendo anche gli altri tre, vale a dire la Conferenza di Lambeth, la Riunione dei Primati e il Consiglio Consultivo Anglicano.

 

«Tuttavia – recita ancora il testo – a causa del fallimento dei vari arcivescovi di Canterbury nel proteggere la fede, l’ufficio non può più funzionare come un leader credibile degli anglicani, figuriamoci un obiettivo di unità. Non possiamo più “riconoscere l’arcivescovo di Canterbury come strumento di comunione o il primo tra pari dei primati globali. Avevamo sperato che la Chiesa d’Inghilterra lo prendesse in dovuta considerazione mentre deliberava sulla scelta di un nuovo arcivescovo di Canterbury e avrebbe scelto qualcuno che potesse portare unità a una comunione anglicana divisa. Purtroppo, non l’hanno fatto. Anche se ci sono alcuni che accoglieranno con favore la decisione di nominare il vescovo Mullally come primo arcivescovo femminile di Canterbury, la maggioranza della Comunione anglicana crede ancora che la Bibbia richieda un episcopato solo maschile. Pertanto, la sua nomina renderà impossibile per l’Arcivescovo di Canterbury fungere da centro di unità all’interno della Comunione. La vescova Mullally ha ripetutamente promosso insegnamenti non biblici e revisionisti riguardanti il matrimonio e la moralità sessuale».

 

La rottura era nell’aria è infatti nei giorni scorsi è stato scritto un secondo comunicato dai toni se possibili ancora più duri per dire che «le province della Comunità anglicana globale (nuovo nome che si è dato per l’occasione il gruppo Gafcon, ndr) non parteciperanno alle riunioni convocate dall’arcivescovo di Canterbury, e non daranno alcun contributo monetario alla Comunione anglicana, né riceveranno alcun contributo monetario dalla Comunione o dalle sue reti». Ma c’è di più: «Oggi, Gafcon guida la Comunità Anglicana Globale. Come è stato il caso fin dall’inizio, non abbiamo lasciato la Comunione anglicana; siamo noi la Comunione anglicana».

 

Un braccio di ferro dunque anche sulla leadership della famiglia anglicana mondiale, una frattura senza precedenti. 

Ieri 21 ottobre il segretario generale della Comunione anglicana, il vescovo Anthony Poggo ha condiviso una lettera pastorale in risposta alle dichiarazioni del gruppo Gafcon nel tentativo di scongiurare la rottura: «Ogni anglicano, e in effetti ogni cristiano, dovrebbe seriamente cercare di discernere un futuro di fedeltà secondo la chiamata di Dio . Nel Vangelo di Giovanni, Gesù chiama i suoi discepoli all’unità nella verità e si identifica come il mezzo per giungervi. Le divisioni tra gli anglicani, e molte altre divisioni nel Corpo di Cristo, sono tristemente ben note, come vediamo nelle Scritture (1 Cor 11:17). Queste divisioni richiedono attenzione e riparazione urgenti, per mezzo di ogni strumento a nostra disposizione.

L’unica Chiesa è sempre in riforma, il che significa che nessuna istituzione, riunione, rete o associazione di cristiani è statica. La nostra vita di fedeltà si basa sulla preghiera, sull’auto-rinuncia quotidiana, sul pentimento e sulla conversione, in modo da poter ricevere la parola di Cristo e il suo Spirito, in conformità con la Sacra Scrittura. Con questo modello di dipendenza da Dio e sottomissione reciproca l’uno all’altro, Dio solleva un popolo fedele, umile e obbediente per la sua lode, un popolo capace di prendere decisioni e condividere la Buona Notizia con il mondo.

 

Condivido la speranza che tutti gli anglicani, e l’intera Chiesa di Dio, possano ancora cercare e trovare un accordo nella Fede. Sono anche d’accordo sul fatto che dobbiamo evocare pazienza e amore quando i membri del Corpo hanno bisogno di camminare a distanza l’uno dall’altro per cercare e servire meglio la verità e l’unità della nostra vocazione condivisa (1 Cor 11:19). L’uniformità teologica non può essere richiesta o prevista senza il duro lavoro del discernimento nel tempo. I raggruppamenti dottrinali, geografici o regionali delle chiese (possono aiutarci a riformare e rinnovare la nostra vita insieme. Ad ogni livello della Chiesa (locale, regionale e globale), non possiamo “trascurare di incontrarci”, come si dice in Ebrei 10:25, quando possibile. Tutte le chiese anglicane sono ordinate dal diritto canonico, dalle costituzioni e dalle strutture sinodali che forniscono un sistema collaborativo di governance da parte di vescovi, del resto del clero e dei laici. In questo modo, le “case” dei sinodi anglicani determinano questioni di dottrina, disciplina e ordine e prendono decisioni per il bene dell’insieme.

 

Tutte le chiese anglicane sono ugualmente invitate a plasmare gli Strumenti di Comunione, che giustamente si evolvono nel tempo, poiché coloro che sono riuniti cercano di discernere ciò che lo Spirito sta dicendo alle chiese. Li esorto a inviare i loro rappresentanti alla 19a riunione del Consiglio consultivo anglicano il prossimo anno a Belfast, in modo che tutti possano partecipare al processo decisionale. Coloro che sono presenti sono quelli che modellano i risultati e le risoluzioni delle riunioni. Possa il Signore permerci di continuare a camminare insieme, al massimo grado possibile, sulle orme del nostro Signore e Salvatore».

 

A Belfast al momento il gruppo conservatore non ha alcuna intenzione di andarci. Anzi è stata convocata una conferenza alternativa dal 3 al 6 marzo 2026 a Abuja in Nigeria dove la divisione rischierà seriamente di diventare anche effettiva e non soltanto annunciata. Il mandato di Sarah Mullally inizia dunque in decisa salita. 

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