Il limite assente
Dal 23 al 25 ottobre Torino ospita il Premio Roberto Morrione, occasione per riflettere su libertà, verità e impegno civile
Le giornate del Premio Roberto Morione per il giornalismo investigativo si terranno a Torino da giovedì 23 a sabato 25 ottobre. Sarà il capoluogo piemontese a scoprire le quattro inchieste finaliste e a decretare una vincitrice tra queste; un’occasione anche per parlare di temi importanti con professioniste e professionisti che giungeranno da tutta Italia.
Lo strillo scelto per le giornate del premio – che vedono il settimanale Riforma-Eco delle valli valdesi media partner e referente a Torino – sarà: «Il limite assente».
Oggi, infatti, ricorda l’Associazione Amici del Premio Morrione ,«sembra non esserci più un confine nell’utilizzo del potere, nell’esercizio della forza, nell’impiego di strumenti normativi eccezionali per limitare o peggio eliminare i processi democratici e la partecipazione. Pare non esserci più un limite alle guerre, ai conflitti, alle violazioni del diritto internazionale. Non ci sono limiti agli attacchi sui civili inermi, alle organizzazioni non governative, ai giornalisti e alle giornaliste che tentano di raccontare il tempo che stiamo vivendo».
Per raccontare l’importanza e le iniziative del Premio Roberto Morione ospiti alla rubrica «Tra le parole» sono intervenute Mara Filippi Morione, portavoce nazionale del premiom e la diacona Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese.
Il giornalismo, si ritrova bersaglio di censure, di querele temerarie, di spionaggi, e spesso di confronti iniqui. Da giovedì sera scorso anche di attacchi dinamitardi come quello gravissimo subito dal giornalista d’inchiesta Sigfrido Ranucci, che appena lunedì 13 aveva partecipato all’anteprima del Morrione al Campus Universitario di Torino; un atto vile che ha visto l’immediata solidarietà bipartisan nazionale oltre a quella del settimanale Riforma – Eco delle valli valdesi e del servizio stampa (Nev), radio (culto evangelico Radio1) e televisione (Protestantesimo Rai3) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).
L’Italia, e non è un caso, si trova infatti al 49° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa redatta da Reporter sans frontières, che la vede vicina alla Mauritania e superata da nazioni come l’Armenia e il Tonga. Qualcosa non va! Che cosa direbbe oggi di tutta questa débâcle democratica Roberto Morrione? Lo abbiamo chiesto a Mara Filippi Morrione: «Roberto Morrione, con i suoi 44 anni di vita dedicati al servizio pubblico in Rai e coordinatore di grandi inchieste internazionali, beh, credo che oggi sarebbe sconcertato da questa deriva autoritaria che dilaga nel mondo, credo ci ricorderebbe che non sia casuale il fatto che i primi a essere screditati e attaccati siano proprio i giornalisti; se si scredita il giornalismo è più difficile far arrivare all’opinione pubblica ciò che davvero scorre sopra le loro teste e, al contempo, diventa così molto più facile nascondere le grandi e vere sotterranee manovre, anche internazionali. Dunque, se si vuol mettere sotto attacco la democrazia, i primi a essere attaccati saranno – e come abbiamo visto lo sono –, i giornalisti. In uno scenario internazionale in cui le guerre e l’accanimento sembrano essere vie legittime per la soluzione di controversie, dunque, il giornalismo cerca di essere quel baluardo di resistenza con la responsabilità di raccontare i luoghi nei quali le luci si stanno spegnendo».
Valdesi e metodisti da anni sostengono il Premio Morrione, e lo fanno attraverso l’Otto per mille. Abbiamo chiesto ad Alessandra Trotta quale connessione ci sia tra le chiese evangeliche protestanti e il giornalismo: «Direi che le chiese protestanti, fra queste certamente le chiese valdesi e metodiste che rappresento, promuovono da sempre una fede adulta e consapevole, che non evita di porsi le domande difficili, non teme, anzi, ama la libera circolazione delle idee. Crediamo nell’importanza di contribuire alla difesa di una democrazia pluralista nella quale rinveniamo anche da credenti un ambiente più favorevole per vivere liberamente la dimensione della fede. Per questo – ha ribadito poi Trotta –, sosteniamo con convinzione l’Associazione Amici di Roberto Morione, che promuove un giornalismo investigativo che ci piace; come ci piace il fatto che di fatto sono dei giovani, under trenta, a essere incoraggiati a praticare la libertà nella ricostruzione della verità dei fatti senza la quale ci sembra che siano anche difficili azioni di vera giustizia e di costruzione della pace».
All’interno delle giornate del premio Morione ci sarà anche un premio dedicato alla giornalista evangelica Vera Schiavazzi: «Sì, devo dire che ogni anno è una grande emozione sentire risuonare il nome di Vera in relazione a questo premio speciale. Vera era una cara sorella che onorava il giornalismo che praticava con grande sensibilità, professionalità, e direi con grande onestà intellettuale, una merce rara in questi tempi. Quindi ci sembra una sorta di “postura” il fatto che il suo essere protestante e il suo nome siano fonte d’ispirazione di un Premio importante, riconoscimento che ci rende particolarmente fieri».
Trotta ha curato uno dei due editoriali d’apertura (insieme a quello del presidente dell’Associazione promotrice, Giovanni Celsi) del libretto delle giornate del premio: «Il focus di quest’anno, quello del “Limite assente” è un tema che abbiamo avvertito essere intrigante. Come protestanti ci è sembrato di poter far risuonare un altro dei principi cardine del nostro modo di vivere la fede: quello di una libertà che difendiamo sempre a oltranza, naturalmente, nei diritti fondamentali delle persone; ma anche una libertà che dev’essere responsabile, ossia, che si esalta al massimo nel mettersi al servizio della costruzione del bene comune».
Le giornate del premio Roberto Morione si svolgeranno presso il Circolo dei Lettori e alla Fabbrica delle “e” (sede della Fondazione Gruppo Abele e di Libera Piemonte) e offriranno incontri, dibattiti, proiezioni gratuite per riflettere e presentare in anteprima nazionale le quattro inchieste finaliste 2025 e l’inchiesta vincitrice del Premio Riccardo Laganà. Sabato 25, giornata conclusiva, non sarà soltanto una consegna di targhe, di riconoscimenti, ma un evento sul giornalismo con testimonianze, reading e musica: «In occasione della serata finale – ha poi concluso Mara Filippi Morrione – allargheremo lo sguardo, partendo dall’Italia e assegnando il “Premio Baffo Rosso 2025” a Paolo Mondani, giornalista che ci ha regalato inchieste molto approfondite e libri con delle chiavi di lettura originali e poi allargheremo lo sguardo, inevitabile, consegnando il “Testimone del Premio Morrione 2025” a una giovane studentessa Rita Baroud, che sin dal primo momento della tragedia dell’attacco a Gaza, si è fatta lei e lei stessa giornalista, reporter, raccontandone l’assedio».
Questo testo ha costituito la rubrica «Tra le parole» a cura di Gian Mario Gillio di domenica 19 ottobre per il «Culto evangelico» trasmissione (del Giornale Radio) di Rai Radio1 a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.