Essere come Abramo

Un giorno una parola – commento a Genesi 12, 4

 

Abramo partì, come il Signore gli aveva detto

Genesi 12, 4

 

Dio ci ha chiamati non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri

Romani 9, 24

 

Abramo, obbedendo alle parole del Signore, dà avvio al concretarsi del piano di salvezza concepito da Dio per la salvezza dell’umanità che si compirà con l’avvento di Gesù Cristo. La figura di Abramo serve all’apostolo Paolo per argomentare “biblicamente” l’idea che la salvezza che Dio ha operato in Cristo non è limitata alle pecore perdute della casa di Israele ma rivolta all’umanità intera.

 

Abramo precede nel tempo Mosè e il dono della Legge e, prima di essere circonciso, per aver creduto alla divina promessa di una discendenza numerosa come le stelle del cielo, viene considerato giusto “per la sua fede”. C’è, quindi, una giustizia per fede che precede la giustizia per le opere della Legge. Abramo è per Paolo, padre di tutti: circoncisi, credenti di origine ebraica e incirconcisi, credenti di diversa origine, genericamente stranieri ovvero gentili. Abramo non è, evidentemente, il progenitore dell’umanità intera, di molti popoli, questo sì, ma non dell’umanità postdiluviana, che la Bibbia fa risalire a Noè e ai suoi figli. Israele è discendente di Abramo “biologicamente” e per la circoncisione, il segno del patto; tutti i credenti in Cristo, invece, circoncisi o meno, sono discendenti di Abramo nella fede. Essi credono alla realtà della giustizia e della salvezza che Dio ha operato in Cristo.

 

Ma se essere discendenza di Abramo “secondo la carne”, cioè biologicamente, in quanto parte del popolo ebraico, avviene per nascita, i credenti, discendenza di Abramo nella fede, circoncisi o incirconcisi, Giudei o Gentili che siano, rispondono invece ad una vocazione che viene da Dio. La chiesa raccoglie infatti un popolo nuovo, nel quale non c’è né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Le differenze non sono appiattite in una conformità disumanizzante, ma, conciliate in Cristo, non sono più motivo di esclusione per nessuno.

 

Conceda il Signore alle nostre comunità di essere, come quella ideale prima comunità, una realtà aperta a tutti e tutte. A ognuno e ognuna di noi dia di essere, come Abramo, pronti a metterci in cammino, obbedienti alla chiamata e fiduciosi nella promessa di Dio. Amen.

 

Immagine: Hult, Adolf, 1869-1943; Augustana synod