Scegliere di essere fedeli a Dio
Un giorno una parola – commento a Matteo 4, 8-10
Il suo dominio si estenderà da un mare all’altro e dal fiume sino alle estremità della terra
Zaccaria 9, 10
Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo, gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”»
Matteo 4, 8-10
Zaccaria profetizza il regno, esteso sul mondo intero, del re che Dio porrà sul trono di Israele: un re giusto, vittorioso e umile, un re di pace, che parlerà di pace alle nazioni. Un re diverso da ogni altro che sia apparso sul teatro della storia dell’umanità. Il suo dominio si estenderà, dice il profeta, da un mare all’altro, espressione che secondo le conoscenze geografiche dell’epoca indica il mondo conosciuto, proiettandosi in prospettiva, fino alle estremità della terra.
In Gesù, che entra trionfalmente in Gerusalemme proprio come il re di cui parla Zaccaria, si compie l’antica profezia. Il suo regno sarà un regno di pace: pace fra gli uomini e pace con Dio, il regno di Dio che viene. Gesù, all’inizio della sua missione, viene messo alla prova, tentato da Satana. Si tratta di scegliere tra l’obbedienza e la fedeltà a Dio, costi quel che costi, e la via più facile, la porta larga, quella che porta al successo immediato, facile, appunto, ma falso.
Gesù sceglie l’obbedienza e la fedeltà a Dio. Satana gli propone di avere dominio sul mondo intero, subito, senza fatica e senza passare per l’esperienza terribile della passione e della morte in croce. Pensate quanto bene avrebbe potuto fare Gesù, avendo dominio sul mondo intero, ma Gesù intima a Satana di allontanarsi, citando un passo del Deuteronomio: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”. Gesù ha scelto per Dio. Sa bene, perciò, qual è la via da non prendere: quella che Satana gli suggerisce.
Forse non è stato così per la chiesa. Probabilmente con le migliori intenzioni, si è spesso alleata con il potere politico, dando vita al binomio “trono e altare”, un’alleanza nella quale la religione è stata spesso funzionale alle esigenze del potere, usando a sua volta il potere politico per imporsi, spesso, con la forza delle armi. L’esempio di Gesù va in senso opposto: certo il suo regno non è di questo mondo, ma è in questo mondo che la chiesa e il credente vivono e testimoniano e con le realtà del mondo devono entrare in relazione e misurarsi. Come per Gesù, per il credente e per la chiesa, si impone la scelta se obbedire ed essere fedeli a Dio o venire a patti con il mondo. Ci dia il Signore discernimento e coraggio per scegliere sempre, come ha fatto Gesù, per Dio, costi quel che costi.
Immagine: Jan Brueghel il Vecchio, Paesaggio montano con la tentazione di Cristo (1600)