Todo cambia

L’editoriale per il cambio della guardia alla guida della rivista “La Scuola domenicale”, strumento prezioso per il lavoro educativo delle chiese protestanti in Italia

 

Il Servizio Istruzione ed Educazione (SIE) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia è uno strumento delle chiese evangeliche italiane per lavorare nell’ambito dell’istruzione e della formazione biblica delle nuove generazioni. Per raggiungere questo scopo il SIE produce fra l’altro una rivista – «La scuola domenicale» – di supporto all’insegnamento nelle scuole domenicali italiane e nelle scuole pubbliche della Svizzera italiana.

 

«La scuola domenicale» è una rivista semestrale (già quadrimestrale) che intende fornire una formazione biblica e strumenti didattici ai monitori e alle monitrici delle scuole domenicali italiane e delle scuole pubbliche della Svizzera italiana. La rivista copre una fascia d’età che va dai 3 ai 13 anni e cerca di narrare la storia biblica con metodologie che possano accogliere e stimolare le domande dei bambini e delle bambine su Dio, sul mondo, sulla vita e sulla fede, rispettando le differenze presenti nelle diverse fasi dello sviluppo cognitivo. Quello che segue è l’editoriale che il coordinatore uscente della rivista, Gian Mario Gillio, ha scritto sull’ultimo numero distribuito in queste settimane, per salutare fra l’altro la nuova coordinatrice, Valentina Castaldo.

 


 

“Todo cambia” è il titolo di una canzone meravigliosa, struggente, scritta da Julio Numhauser, musicista cileno che nel 1973 fu costretto all’esilio (un po’ come quello biblico e a noi noto, intrapreso da Mosé) dalla dittatura di Pinochet. Quel brano, poi reso indimenticabile da Mercedes Sosa, sottolinea il senso del cambiamento come accettazione della natura mutevole della vita, e che dunque si contrappone alla rigidità delle aspettative.

 

Todo cambia: proprio così, tutto cambia, ed è un bene che tutto cambi. Il cambiamento porta con sé aria nuova, motivazioni nuove, aspirazioni diverse. Il cambiamento ci aiuta superare i nostri limiti e a comprendere il significato profondo dell’adattamento: cambia il sole nella sua corsa, […] cambia il manto della fiera […], cambia il modo di pensare […]; tutto cambia, […] che (anche) io cambi non è strano, dice il testo della canzone. Evocando così l’alternarsi delle stagioni dove tutto si rinnova, si rigenera.

 

Le narrazioni bibliche sono una continua rigenerazione, sono un viaggio, il viaggio dell’essere umano guidato da Dio, che lo esorta a intraprendere un peregrinare geografico, certo, ma soprattutto interiore, all’idea sociale, culturale, spirituale. Sì, perché viaggiare ci aiuta a capire il mondo in cui viviamo, a capire chi siamo, da dove veniamo. Ad accogliere anche il nostro futuro. Oggi molte incertezze ci attanagliano, circondati da guerre, da conflitti, da solitudini “artificiali”, umane, da crisi ambientali e sociali. L’incertezza, direbbe il teologo Moltmann, si cura con la speranza, grazie alla fede, certo, ma anche grazie a un semplice sorriso complice di chi abbiamo accanto. Nel nostro caso, quel sorriso lo riceviamo in occasione delle riunioni di redazione, delle formazioni itineranti, in occasione della realizzazione di progetti, ambiziosi o meno che siano. Nel vostro caso nelle scuole domenicali, come ben sapete.

 

Il viaggio della fede, e nella fede, colma quegli interstizi della storia che spesso rimangono inesplorati. Ma come conoscere la storia se non attraverso il racconto, la narrazione di ciò che siamo stati e di ciò che è stato? Come possiamo raccontare le nostre emozioni se non attraverso la parola, i gesti, gli sguardi, la preghiera, il tetro, la musica?

 

La Scrittura stessa presenta discorsi diversi a seconda dell’interlocutore – ricordava proprio su queste pagine la pastora Lidia Maggi –. La voce non desidera parlare a vuoto: essa si rivolge sempre ad un preciso orecchio, da cui vuole farsi ascoltare, che cerca di persuadere. È questo uno dei significati della pluralità di testi che formano la Bibbia. […] Una vera biblioteca. Trovate l’intero articolo, uscito sul n. 1 del 2011, nei materiali extra della nostra rivista.

 

Il dialogo, la comunicazione, l’incontro con l’altro, ci aiutano ad abbattere i pregiudizi, a scardinare comodi algoritmi ai quali ahimé, ci stiamo troppo facilmente abituando; pregiudizi che come ben ricorda Maggi non sono altro che la presunzione di sapere già.

 

Oggi, insieme a voi, salutiamo con letizia il cambiamento. Infatti, con questo numero inizia un percorso triennale, pensato dalla redazione della rivista assieme alla direttora Cristina Arcidiacono, sul tema del viaggio: il viaggio della Parola, in viaggio con la Parola. Cominciamo con due unità sul libro dell’Esodo, il viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa. Per l’Avvento e il Natale, scopriremo la storia delle antenate di Gesù, e poi seguiremo Giuseppe, Maria e il loro figlio nell’esilio in fuga da Erode. Non perdete le preziose storie del Testimone della fede, dove incontreremo due grandi viaggiatrici: la missionaria Lydie Lantaret e la maestra Teresa Banchetti. Infine, presenteremo un momento particolare del cammino della fede cristiana: quello della Riforma radicale e dell’anabattismo, da cui derivano le chiese battiste di oggi.

Noterete che vi saranno testi biblici utilizzati per più di un incontro: anche questo fa parte del cambiamento che la redazione propone alle lettrici e ai lettori.

 

Con questo primo numero del 2025, il mio impegno di coordinamento del Servizio, iniziato nel 2019, volge al termine: dunque salutiamo e auguriamo buon lavoro a Valentina Castaldo, che da settembre sarà la nuova Segretaria del Servizio Istruzione ed educazione (SIE) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

 

Salutiamo anche Nicoletta Favout, che lascia la redazione, ma non il suo impegno pedagogico e didattico nel rendere sempre più accessibile il Museo Valdese di Torre Pellice.

 

Questo momento di transizione ci accompagna nel ricordare tante persone che non citiamo ma che hanno reso grande il SIE, la nostra rivista, e così le tante scuole domenicali presenti in Italia e non solo; i tanti giovani e le tante giovani che vi hanno preso parte come catecumeni, e che poi hanno traghettato nuovi credenti; e ancora le tante monitrici e i tanti monitori che con il loro lavoro instancabile e il loro prezioso impegno hanno accompagnato intere generazioni; i teologi e le teologhe, i pastori e le pastore, che con le loro instancabili consulenze hanno reso grande il nostro piccolo strumento di divulgazione; i pedagogisti e le pedagogiste, che ci hanno permesso di comprendere in modo chiaro la fede. E ancora, le illustratrici e gli illustratori che con le loro opere hanno fatto rivivere storie, emozioni e percorsi. Fra tutte queste importanti collaborazioni, quest’anno abbiamo avuto la gioia di reincontrare Maria Girardet Soggin, che, nel primo articolo del numero che state sfogliando, ci racconta la sua ricca e appassionata esperienza del raccontare le Scritture a bambine e bambini.

 

Insomma, il cammino del SIE e di questa rivista è una continua rinascita; un’agorà di persone che non smette mai di farsi domande e alle quali cerca di dare delle risposte. Nel Vangelo di Marco[1] ci sono ben 145 domande, molte delle quali non hanno risposta. Ma una cosa è certa, voi lettrici e lettori, sostenitrici e sostenitori, amiche e amici, siete per noi la miglior risposta.

 

Buon viaggio insieme a Cristina, Valentina, e tutte le collaboratrici e i collaboratori della rivista. Tutto cambia, ma la Parola di Dio resta con noi, e ci accompagna nel cammino.

[1] A tal proposito, non perdete la nostra pubblicazione Una buona notizia – Il vangelo di Marco su misura per te, curata da Patrizia Barbanotti ed Eric Noffke.