Un museo dell’olio e del territorio a Casa Cares

Reggello. Sarà inaugurato venerdì 10 ottobre, si parlerà anche di inclusione e accessibilità museale

 

Casa Cares a Reggello (Firenze) è una delle foresterie valdesi, ma anche molto di più: è stata una comunità alloggio per minori e, prima ancora, un podere, I Graffi. Come ci racconta la responsabile, Barbara Imbergamo, «in documenti del Quattrocento troviamo le prime tracce di un podere con “una casa da lavoratore e una casa da padrone”, che poi ha un’espansione importante nel Sei-Settecento. Al Settecento risalgono sia il frantoio sia il teatro (oggi ristrutturato, è una delle nostre sale incontri), presenza curiosa in un luogo di campagna, per l’epoca lontano da Firenze».

 

Anche il frantoio è stato ora sistemato, grazie a un bando del Ministero del Turismo per il turismo sostenibile, ed è diventato un piccolo museo. Spesso, continua Imbergamo, «gli ospiti ci fanno domande sulla storia dei Graffi: per valorizzare anche questa parte abbiamo pensato di sistemare il frantoio e farne il cuore del museo, che si svolge anche fra altri ambienti, il teatro e il secondo locale d’incontro, recentemente ristrutturato, dove ci sono materiali multimediali, video, foto e pannelli. L’idea di partenza è stata proprio raccontare un ulteriore aspetto della storia di questo luogo, valorizzarne i locali, e creare in questo territorio un polo museale, a beneficio di tutti».

 

Alla base c’è il concetto di ecomuseo, e questo lavoro ha dato a Casa Cares l’opportunità di fare rete nel territorio. Non ci sono teche e vetrine, o oggetti particolarmente preziosi, ma una ricostruzione degli ambienti, con oggetti d’uso e strumenti agricoli storici provenienti dalla villa, legati alla lavorazione delle olive ma non solo: «L’idea è che sia un luogo partecipato, dove ognuno possa portare un pezzo della sua storia. Abbiamo ricevuto in dono una serie di oggetti da un museo che stava chiudendo, persone dei dintorni ci hanno dato fotografie più o meno recenti, ce ne sono di molto belle di inizio Novecento, che raccontano tutto un territorio: infatti la villa possedeva diversi poderi, tra 10 e 20 nel corso della sua storia, tanti contadini e mezzadri portavano le olive al frantoio della Villa».

 

Venerdì 10 ottobre alle 17 ci sarà l’evento di inaugurazione, in cui si parlerà anche di inclusione e accessibilità museale… spiega ancora Imbergamo: «Abbiamo avuto la fortuna di trovare le persone giuste, che tra l’altro vivono in questo territorio: Paola Bertoncini, funzionaria del Ministero della Cultura, che si occupa di musei etnografici e parlerà di “Olivastri. Patrimoni, paesaggi e relazioni” e Alessio Merciai, insegnante in pensione e ricercatore, che studia le ville della campagna Toscana e ci dirà “Perché e come studiare gli edifici della campagna toscana”. Avremo poi Gianni Simonti, giardiniere nei famosi giardini di Boboli, che è di Reggello e interverrà su “Olivicoltura ieri e oggi e le sfide del cambiamento climatico” e poi abbiamo una nostra collega della Diaconia valdese, Sara Favout, psicologa ed esperta di Comunicazione aumentativa alternativa (Caa), che ci parlerà di “Fare museo inclusivo: strumenti per l’accessibilità”». Un tema su cui Casa Cares sta lavorando, proprio con le colleghe della Diaconia.

 

(Intervista realizzata da Daniela Grill e Sara E. Tourn nel programma Voci protestanti su Radio Beckwith evangelica)