La Buona novella. L’organo ritrovato

La rubrica della redazione dedicata alle buone notizie 

 

Il ritrovamento di uno strumento musicale antico è sempre una buona notizia: a seconda del suo stato di conservazione può essere suonato, museificato, ma anche preso a modello per costruire oggi altri strumenti analoghi secondo i dettami del passato. Succede con flauti diritti e strumenti ad arco. Più raro, invece, che venga ritrovato un organo, un organo a canne di 800 anni fa.

 

Il ritrovamento – parziale, ma che comunque conta più di 200 canne in bronzo, in parte funzionanti, e di un carillon di 13 campane –, nasce da un progetto dell’Istituto Complutense di Scienze Musicali in collaborazione con il Terra Sancta Museum e la Custodia di Terra Santa (notizia Ansa/Vaticano News, 9 settembre, ripresa da Avvenire sabato 27, che intervista il responsabile del progetto) e riguarda uno strumento che fu «sepolto dai crociati nel XII secolo». A inizio 900 se ne era fatta la prima scoperta, ma gli scavi più recenti hanno ultimato, per il momento, l’opera.

 

Non so perché i crociati nascosero lo strumento, forse temevano una razzia anticristiana. Ma l’immagine che viene in mente è quella delle truppe crociate/teutoni che in Aleksandr Nevskij (1938), uno dei capolavori del regista Sergej M. Ejzenstejn, apprestandosi ad assediare Novgorod (siamo nel XIII secolo, l’epoca suppergiù dell’organo ritrovato), prima della battaglia intonano canti liturgici accompagnati da un “organo da campo”: l’aria viene insufflata nelle sue canne da due monaci con due mantici di quelli che noi useremmo per attizzare il fuoco nel caminetto.

 

Di per sé è bella la notizia del ritrovamento: ci auguriamo che possa diventare bellissima se lo strumento, ultimato il restauro, oltre che essere oggetto di studio (anche nella vita tranquilla delle nostre chiese amiamo questo “re degli strumenti” oggi spesso sostituito dai suoi cugini elettronici), potrà aiutare, anche solo nella liturgia, i cristiani di Gerusalemme a portare un piccolo messaggio di pace in una terra che ne ha urgente bisogno.