Accompagnare la crescita nella fede

A colloquio con Valentina Castaldo, nuova segretaria del Servizio istruzione e educazione della Fcei

 

Valentina Castaldo è la nuova segretaria del Servizio istruzione e educazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Ufficiale dell’Esercito della salvezza con il grado di capitano, Castaldo ha assunto l’incarico all’inizio di settembre. L’abbiamo intervistata.

 

– Che cos’è il Servizio istruzione e educazione della Federazione evangelica, qual è il suo scopo?

«Il Servizio istruzione educazione della Federazione delle chiese evangeliche nasce per accompagnare le comunità, le famiglie e le nuove generazioni di credenti in quello che è un percorso di crescita educativa e di formazione biblica. È per questo che gli obiettivi del Servizio sono quelli di offrire strumenti, risorse, occasioni di riflessione, ma soprattutto essere al servizio delle comunità locali e al servizio delle famiglie che hanno il meraviglioso compito di accompagnare i più giovani nel loro percorso di comprensione. Un percorso di conoscenza del Vangelo e di come essere dei credenti che possano fare la differenza nel mondo che li circonda. Perché i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze sono il presente e sono il futuro delle nostre chiese. E allora l’educazione biblica delle nostre Scuole domenicali, e di tutte quelle occasioni di confronto intergenerazionale, sono il nostro principale ambito di impegno. È un Servizio che vuole camminare accanto alle chiese, alle famiglie e ai più piccoli per crescere insieme nella società e nella fede».

 

– Quali sono gli strumenti di cui il Servizio si avvale per svolgere il suo compito?

«Ce ne sono diversi e tutti nascono dal dialogo con le comunità locali e dal lavoro che si sviluppa periodicamente dal Comitato del Servizio – che è formato da rappresentanze delle varie chiese – e poi dal lavoro che viene fatto dalla redazione della rivista La scuola domenicale. La rivista è uno degli strumenti principali del nostro lavoro: da anni accompagna i monitori, le famiglie e le comunità nel loro percorso educativo. La nostra speranza è che la rivista possa sempre più essere adottata e valorizzata nelle varie chiese locali. Accanto a questo ci sono materiali didattici, laboratori, occasioni di confronto fra le comunità; e poi i momenti di formazione, sia online sia in presenza, solitamente rivolti a chi si occupa dell’educazione dei più piccoli perché possano sentirsi sostenuti e preparati nel loro servizio, così che nessuno si senta solo ma parte di una rete che cresce insieme».

 

– Quali priorità e progetti lei prevede per l’inizio del suo mandato?

«In questi primi mesi il mio impegno sarà prima di tutto quello di comprendere. Comprendere meglio le dinamiche amministrative e le varie responsabilità che l’incarico comporta. So che ci sarà molto da imparare e spero che tutti avranno un po’ di pazienza con me in questa fase di transizione e crescita. Il mio desiderio è di poter contribuire a rendere il lavoro del Servizio sempre più visibile e fruibile. Penso, a esempio, alla possibilità di valorizzare e pubblicizzare il grande progetto dell’Innario multimediale che è stato finalizzato e pubblicato solo pochi mesi fa e che rappresenta veramente uno strumento prezioso per le chiese locali. Un altro appuntamento fondamentale sarà l’organizzazione e la realizzazione del campo per i e le giovani che desiderano formarsi per lavorare con i bambini e le bambine. Questo campo si terrà sulla bellissima isola d’Ischia, dal 1° al 3 maggio prossimi, e sarà un’occasione unica di formazione. Un’occasione aperta a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che magari già aiutano nelle varie chiese per la formazione biblica dei più piccoli e vogliono approfondire le loro competenze e le loro capacità; ma sarà anche aperto a tutti quelli che ancora non hanno fatto questa esperienza, però magari sentono nel cuore che potrebbe essere un’occasione di servizio. Sarà inoltre un’occasione per fare nuove amicizie, incontrare ragazzi e ragazze da tutta Italia, superando così anche quelle distanze geografiche che facilmente separano le nostre comunità locali. Quindi sarà veramente un’occasione imperdibile che speriamo possa avere la più ampia diffusione e partecipazione».

 

– Lei è un’ufficiale dell’Esercito della salvezza. Che cosa significa essere una ufficiale dell’Esercito della salvezza?

«Significa, in un certo senso, vivere il ministero pastorale in un modo molto vicino a quello presente anche nelle altre chiese sorelle. Quel che ci guida nel servizio lo potrei riassumere con tre pilastri: portare agli altri la verità del Vangelo, aiutare i credenti a crescere nella santità personale, e servire l’umanità sofferente. Quindi l’ufficiale non è solo un ministro della Parola, ma è anche direttamente coinvolto nell’opera diaconale, nell’impegno per chi è in difficoltà, per le persone più fragili e marginalizzate. Il nostro ruolo unisce la dimensione pastorale con una forte attenzione alla pratica quotidiana del servizio del prossimo, perché per noi la fede non è mai disgiunta dall’azione concreta».

 

Questa intervista è andata in onda il 28 settembre nel corso del Culto evangelico, trasmissione (del Giornale Radio) di Rai Radiouno.