Libere da, libere di? Storie di giovani donne in Italia con i corridoi umanitari
Un libro e una conferenza per riflettere sui modelli di accoglienza
All’Università Cattolica di Milano, nella cornice della biblioteca della Sala Negri da Oleggio, la rettrice Elena Beccalli è intervenuta sul ruolo della ricerca universitaria a coronamento dell’impegno profuso dalle chiese cristiane e dalla società civile, in occasione del decennale dei corridoi umanitari, progetto della Tavola Valdese, della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e della Comunità di Sant’Egidio, che ha recentemente sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa. Come viene ricordato ogni anno con un evento interreligioso, a Lampedusa nel 2013 morirono 368 persone in un naufragio e l’evento drammatico del 3 ottobre portò al progetto ecumenico dei corridoi umanitari che è poi diventato un modello sostenuto anche da altri Paesi europei. Dunque, il primo messaggio è stato in relazione alla necessità urgente di aprire corridoi umanitari e continuare iniziative di solidarietà nel Mediterraneo. E il pensiero è andato immediatamente alla popolazione palestinese.
L’occasione è stata la presentazione del libro a cura di Cristina Pasqualini e Fabio Introini, ‘Libere da, libere di? Storie di giovani donne in Italia con i corridoi umanitari’, con la prefazione del card. Matteo Maria Zuppi (Vita e Pensiero 2025) a cui chi scrive ha partecipato con un capitolo di taglio antropologico e psicoculturale sul protagonismo delle donne nelle diverse culture, nell’incontro complesso tra migranti forzati/e e operatrici/operatori dell’accoglienza. In particolare, il focus sulle migrazioni forzate al femminile, che il libro affronta nel dettaglio, è stata un’occasione di riflessione interdisciplinare in un campo di ricerca che è molto difficile. In un tempo segnato da fragilità globali, la collaborazione tra privato sociale, Chiese cristiane e istituzioni rappresenta un modello virtuoso di accoglienza rivolto a persone vulnerabili, spesso bloccate per anni in campi profughi presso Paesi terzi, dopo essere state vittime di violenze e abusi, talvolta vittime di tratta. I corridoi umanitari sono una possibilità di passaggio in sicurezza in cui le donne rappresentano circa il 20 per cento.
La ricerca è stata condotta da due sociologi, membri del comitato scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo che dal 2011 realizza il Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it). La ricerca qualitativa è stata realizzata nel biennio 2022-2024 e ha intervistato venti giovani donne under 35, provenienti da diversi Paesi mediorientali, raccogliendo le biografie delle protagoniste, consentendo di entrare in diretto contatto con la loro esperienza, spesso drammatica e segnata da violenze, ma anche caratterizzata da momenti di resistenza fisica, forza spirituale e solidarietà. Tale percorso va sostenuto per immaginare un futuro con nuove forme di inclusione sociale e culturale. Si tratta di una crescita causata dalle avversità che il modello di accoglienza diffusa può favorire, specie se operatori e operatrici adottano uno sguardo umile e autocritico rispetto alle aspettative e ai tempi dell’integrazione. In particolare, il dibattito ha evidenziato come le ricerche qualitative improntate a un approccio dialogico consentano di imparare dall’interazione e dallo sviluppo della relazione interculturale. All’incontro ha partecipato Sara Comparetti, vicepresidente della Fcei e abbiamo convenuto che seminari come questo sono momenti di formazione per tutti e tutte, per andare oltre i luoghi comuni.
Contributi di: Monica Attias (Comunità di Sant’Egidio), Rita Bichi (Università Cattolica),Paola Bignardi, Manuela De Marco (Caritas Italiana), Cristina Di Carlo (Università Cattolica), Chiara Ferrari (Università Cattolica), Mattia Ferrari (Mediterranea Saving Humans), Alganesh Fessaha (Associazione Gandhi Charity), Benedetta Fragomeni (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Fabio Introini (Università Cattolica), Valentina Itri (Arci), Roberto Morozzo Della Rocca (Università di Roma Tre), Cristina Pasqualini (Università Cattolica), Stefano Pasta (Università Cattolica), Mons. Gian Carlo Perego (Cemi e Fondazione Migrantes), Alessia Rambelli (Università Cattolica), Paola Schellenbaum (Chiesa Valdese), Alice Squillace (Diaconia Valdese), Laura Zanfrini (Università Cattolica), Card. Matteo Maria Zuppi (CEI).