La Buona novella. A scuola di emozioni
La rubrica della redazione dedicata alle buone notizie
Riaprono le scuole, e con esse il dibattito sull’educazione affettiva e sessuale. Nonostante casi di cronaca quotidiani ne dimostrino l’urgenza, in Italia il piano “Educare alle Relazioni” presentato nel 2023, che prevede 12 lezioni all’anno nelle scuole superiori, è ancora sulla carta. Dai nostri vicini francesi, dove la legge fin dal 2001 rendeva obbligatorio questo tipo di formazione, raramente applicata, finalmente il “programma di educazione alla vita affettiva, relazionale e alla sessualità” (Evars), pubblicato in febbraio, sarà applicato con tre sessioni obbligatorie in tutte le scuole, pubbliche e private, di ogni grado.
Dall’altra parte del mondo, il Giappone ha da poco avviato la sperimentazione nelle scuole superiori del Miraes (Mastery of Interpersonal Relationships and Emotional Skills), un programma annuale di “padronanza delle relazioni interpersonali e delle competenze emotive” che mira a prevenire l’aggravarsi dei sintomi depressivi tra gli adolescenti.
Nella società per antonomasia della competizione e della performance, a partire dalla scuola, dove i genitori si indebitano per mandare i figli nelle scuole migliori (con un carico di stress enorme), oltre il 75% di studenti delle scuole superiori soffre di sintomi depressivi oltre la soglia clinica (il fenomeno degli hikikomori, ormai mondiale, nasce qui), secondo la ricerca condotta dall’Università di Hiroshima, e il Paese ha deciso di porre rimedio.
Il Miraes, sviluppato dall’Università di Hiroshima, prevede 12 incontri condotti da psicologi clinici e si concentra su quattro aree: assertività, ristrutturazione cognitiva, gestione della rabbia e problem solving. Una prima sperimentazione è stata avviata con 120 studenti: i risultati dicono che nei meno presenti, il peggioramento è stato netto, quelli più assidui sono rimasti stabili. La speranza è che da un “non peggioramento” si possa andare verso un miglioramento generale…