Filippine, chiese in piazza contro la corruzione
Le chiese cristiane chiedono responsabilità ai governanti di fronte alla crisi economica e morale
Il Consiglio Nazionale delle Chiese nelle Filippine (Nccp), insieme alle sue chiese membro e alle organizzazioni partner, si è unito a una serie di proteste il 21 settembre per denunciare la massiccia corruzione del governo. Le manifestazioni hanno coinciso con il 53° anniversario della dichiarazione della legge marziale, collegando le lotte presenti con dolorose lezioni del passato.
I manifestanti hanno condannato l’uso improprio di trilioni di pesos di fondi pubblici, comprese le accuse di corruzione nei progetti di controllo delle inondazioni del Dipartimento dei lavori pubblici e delle autostrade. Altrettanto preoccupante, hanno detto i leader della chiesa, è il Fondo di intelligence da 10 miliardi di pesos proposto dall’Ufficio del Presidente, sollevando serie domande sulla trasparenza e sulla responsabilità.
La segretaria generale del Nccp Minnie Anne Mata-Calub ha sottolineato l’urgenza morale della testimonianza delle chiese.: «L’uso improprio di miliardi di fondi pubblici destinati a proteggere le comunità dai disastri naturali è un fallimento morale che mette in pericolo le vite e accresce la povertà».
Mata-Calub ha sottolineato che le proteste avevano anche un significato storico. «Questo è un solenne promemoria dell’oscura eredità della legge marziale, un tempo segnato dalla repressione, dalle violazioni dei diritti umani e dall’avidità istituzionalizzata. Le ferite del passato non devono essere dimenticate e i peccati del presente non devono essere ignorati. Stando a fianco del popolo, il Nccp riafferma il suo ruolo profetico nella società: dire la verità al potere, difendere gli oppressi e chiedere responsabilità».
Nella sua dichiarazione ufficiale, L’Nccp ha sottolineato che la richiesta del popolo filippino di una governance pulita e responsabile è sia legittima che urgente: «Quando coloro che sono al potere abusano della loro autorità e sfruttano la legge per giustificare la corruzione e sopprimere le richieste del popolo, erode la fiducia nel governo e costringe le persone a prendere misure straordinarie».
In tutte le regioni del grande Stato asiatico, le chiese membro del Nccp hanno organizzato raduni di preghiera, rilasciato dichiarazioni e lanciato una campagna di raccolta firme per chiedere giustizia e responsabilità di fronte alla corruzione sistemica.
«Mi sono unito alla protesta come cristiano, per manifestare la mia fede in Gesù che ci insegna ad amare i nostri vicini e a non cedere all’ingiustizia. È anche nostro dovere dare voce agli oppressi e sostenere la verità e il buon governo», ha detto Lieza Faye Marquez del Movimento giovanile ecumenico filippino.
La Chiesa Unita di Cristo nelle Filippine, membro del Nccp, ha chiesto un’azione di preghiera: «Preghiamo per un cambiamento nel cuore di coloro che hanno tradito la fiducia pubblica e preghiamo per il coraggio di essere strumenti della giustizia e della pace di Dio. Siamo chiamati a non essere osservatori silenziosi, ma partecipanti attivi alla costruzione di una nazione fondata sulla verità, la giustizia e l’amore».
La Iglesia Filipina Independiente, a sua volta chiesa membro del Consiglio Nazionale delle Chiese nelle Filippine, ha esortato le comunità di fede, attraverso una dichiarazione, a marciare con i movimenti di massa per la responsabilità e il buon governo, inquadrando la partecipazione alle proteste e alle preghiere come una responsabilità morale della chiesa.
Allo stesso modo, la Chiesa Metodista Unita ha esortato all’ impegno: «Alziamo la nostra voce profetica per chiedere la responsabilità e non stancarci di fare del bene per coloro che sono resi vulnerabili. Incoraggiamo la partecipazione ad azioni collettive che incarnano la nostra testimonianza profetica del Vangelo».
Foto: Paul Jeffrey/Life on Earth