L’offerta della vedova
Un giorno una parola – commento a Marco 12, 44
Il Signore dice: «Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltate attentamente e mangerete ciò che è buono»
Isaia 55, 2
Gesù disse: “Tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma questa vedova, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere
Marco 12, 44
Povertà e ricchezza sono da sempre al centro della vita degli esseri umani: c’è chi non ha il minimo indispensabile per la sopravvivenza e chi invece dispone del superfluo, del non indispensabile, di quell’extra che talora diventa eccesso, accumulo e anche spreco. Nel mondo in cui viviamo abbiamo il dovere di essere consapevoli di cosa sia veramente necessario nella vita e di riuscire a liberarsi del superfluo, di tutto ciò che eccede, ingombra, soffoca, siano essi oggetti materiali o i molti affanni e preoccupazioni inutili per tutti i beni e gli “averi” di cui potremmo e vorremmo disporre e che invece non abbiamo. Significativa la richiesta di Agur a Dio nel libro dei Proverbi: «non darmi né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, perché io, una volta sazio, non ti rinneghi e dica: “Chi è il Signore?” oppure, diventato povero, non rubi e profani il nome del mio Dio» (Proverbi 30, 8b-9).
L’evangelista Marco pone qui l’ultimo episodio del ministero terreno di Gesù, nel tempio, prima della sua passione. Il maestro ha appena tracciato un ritratto impietoso degli scribi, i quali “divorano le case delle vedove” (Marco 12, 38-40), ed ecco avvicinarsi una povera vedova. Gesù, seduto davanti al luogo in cui erano poste le casse per le offerte, semplicemente osserva: «Non esprime alcun giudizio né sulla vedova che vi gettò tutto quanto aveva per vivere: “due spiccioli” (corrispondenti a un quarto di soldo, moneta romana; oggi sarebbero venti, trenta centesimi di euro) mettendo così a rischio la sua sopravvivenza; né sui donatori ricchi, dicendo che, rispetto alle loro ricchezze, hanno offerto troppo poco» (P. Ricca, Secondo Marco). Gesù guarda lo spirito che anima il donatore. La povera vedova è colei che entra in un rapporto vero e sincero con il Signore poiché il suo agire scaturisce dall’amore istintivo, immediato, dal cuore.
In realtà, Gesù indica questa donna senza nome come simbolo di sé nell’offerta che egli farà, sulla croce, della sua stessa vita, per la salvezza dell’umanità. Poco più avanti Gesù vedrà un segno anticipatore di unzione del suo corpo per la sepoltura, anche nel gesto di Maria di Betania che gli versa sul capo olio profumato di gran valore (Marco 14, 3-9). Le azioni di queste due donne sono messe in risalto e approvate non perché siano eccezionali ma perché rivelatorie della identità e della missione di Gesù. L’esempio di queste due donne sarà così raccontato dovunque sarà predicato il Vangelo. Amen.
Immagine: Jacques de Bie, Generosità della povera vedova, Anversa (1598-1618)