Dal tempo di Gilly e Beckwith ai nostri giorni

Duecento anni del Comitato inglese di aiuto alla Chiesa valdese

 

Mercoledì 3 settembre, presso la Foresteria valdese di Torre Pellice (To), si è tenuta una tavola rotonda per celebrare il significativo traguardo dei due secoli dell’English Committee in Aid of the Waldensian Church Missions, costituitosi nel 1825.

L’incontro si è aperto con il saluto da parte del pastore Michel Charbonnier, che ha evidenziato l’importanza della relazione e della fraternità alla base di questi duecento anni del Comitato e come si debba continuare a fare tesoro di questo radicato legame. Il professor Gian Paolo Romagnani, presidente della Società di Studi valdesi, nel suo saluto ha voluto sottolineare come grazie ai viaggiatori inglesi della prima metà dell’800, le valli valdesi abbiano potuto essere scoperte, riscoperte e godere di notevole popolarità. 

 

Il professor Simone Maghenzani dell’Università di Cambridge, moderatore dell’incontro, ha introdotto gli interventi di Erica Scroppo, dal 1988 segretaria esecutiva della Waldensian Church Mission e del pastore emerito e storico Giuseppe Platone.

Maghenzani ha celebrato brevemente i duecento anni del Comitato valdese di Londra, dagli anni cruciali del Risveglio evangelico all’impegno odierno a sostegno della Chiesa valdese; sostegno partito da lontano con i primi viaggiatori anglicani appassionati e con i due protagonisti più noti: il pastore Gilly e il colonnello Beckwith, per i quali la cura e l’istruzione erano i due pilastri principali su cui costruire un futuro di sostegno materiale e intellettuale ai valdesi delle Valli, smarriti e impoveriti dopo la fine dell’era napoleonica e il ritorno prepotente del vecchio regime.

 

Erica Scroppo, che dirige con passione ed entusiasmo il Comitato e cura in prima persona la rivista The Waldensian Review, è stata la prima direttrice di Radio Beckwith Evangelica e da oltre vent’anni alla guida dell’English Committee coinvolge donatori e raccoglie aiuti per la Chiesa valdese, soprattutto laddove non arriva l’8 per mille; dagli studenti da sostenere nel periodo di studio all’estero, alle manutenzioni degli edifici e delle chiese.

 

Con un salto nel tempo, Erica Scroppo, è ritornata alle origini del Comitato, a quei pionieri evangelici rappresentati più di tutti da William Stephen Gilly e da John Charles Beckwith. Gilly fu letteralmente rapito dal fascino delle Valli e dalla storia valdese. Beckwith immaginava, creava, disegnava le chiese, gli ospedali, le scuolette. Si diede da fare per portare via i bambini e le bambine dalle stalle e dalle stanze gelide per offrire loro uno spazio caldo e a loro misura per studiare.

Dopo le Lettere patenti del 17 febbraio 1848, dopo l’unità d’Italia e l’ottenimento dei diritti civili, l’interesse da parte inglese e della Chiesa anglicana, che aveva sperato almeno di “contaminare” la Chiesa valdese, diminuì senza raffreddarsi. Così ancora oggi, a distanza di due secoli, il Comitato inglese mantiene l’impegno di sostenere concretamente raccogliendo fondi anche attraverso la promozione e gli articoli pubblicati sulla Waldensian Review: un ponte di storia e attualità tra l’Inghilterra e l’Italia.

 

Giuseppe Platone ha raccontato di aver avuto diverse occasioni e motivi per approfondire le vicende storiche del periodo del Risveglio evangelico e dell’epoca risorgimentale. La spinta all’evangelizzazione dall’Inghilterra anglicana e metodista influenzò non poco la Chiesa valdese dell’Ottocento. La Bibbia venne tradotta dall’inglese e diffusa grazie anche ai colportori. Lungi dal voler fare proselitismo, anche in Italia ci si impegnò in una diffusa opera di evangelizzazione, non semplice, ma necessaria. 

Terminato l’excursus storico, Platone ha concluso rivestendo i panni del pastore valdese domandandosi: «Dopo duecento anni, cosa resta? Qual è il nostro spazio di evangelici italiani?». E citando Paolo Ricca: «Non c’è altro spazio da occupare se non quello della Parola di Dio». Proprio questa, ha concluso, è una sfida che viene da lontano per il protestantesimo in una società biblicamente analfabeta.