Valdesi ed Europa, un rapporto sempre vivo

Il tradizionale Convegno a Torre Pellice dedicato alla prima parte del secolo XIX

Come ogni anno, il primo fine settimana di settembre Torre Pellice ha ospitato il Convegno storico della Società di Studi valdesi, giunto ormai alla 64a edizione. Il tema di quest’anno è stato «Valdesi e protestanti fra Restaurazione e Risveglio evangelico. Una prospettiva europea (1814-1848)», tema finora poco indagato dalla ricerca accademica. Il convegno ha visto la partecipazione tanto di studiosi del mondo valdese quanto di specialisti del periodo, chiamati a fornire un punto di vista esterno rispetto all’intervallo prescelto.

 

Dopo l’introduzione ai lavori di Gian Paolo Romagnani, presidente della Società di Studi valdesi, la prima sessione del convegno ha avuto per tema “Vita e società nelle valli valdesi dal 1814 al 1848”: uno sguardo, dunque, più ravvicinato e particolare al mondo valdese. Dagli interventi è emerso con chiarezza come la volontà dei sovrani restaurati di “riportare indietro le lancette della Storia al 1789”, come usualmente si dice, fosse un’aspirazione impossibile da realizzare tanto per l’opposizione dei sudditi quanto per i troppi ostacoli pratici. Del pari, si è ribadito come le valli valdesi non fossero avulse dal più vasto contesto internazionale, ma ben inserite al suo interno e capaci di relazionarsi con corti e diplomatici stranieri, al punto da ottenere una sovvenzione nientemeno che dallo zar di Russia Alessandro I.

 

La seconda sessione, dedicata a “Protestanti e cattolici nell’Europa della Restaurazione”, ha alternato relazioni di tema più generale, riguardanti le attività di propaganda e sostegno delle opposte confessioni, a relazioni di carattere più particolare: colpisce in specie il resoconto della breve vita di Henry Peyrot, figlio del pastore di Torre Pellice e studente a Ginevra e Losanna, autore di una cospicua serie di lettere tramandate nella famiglia del relatore.

 

La terza sessione, riguardante “Risveglio e risvegliati fra Illuminismo e Romanticismo”, ha posto in luce l’articolata dialettica tra secolarizzazione e Risveglio, sottolineando la natura complessa del sentimento religioso in quel frangente storico. Si è dato ugualmente spazio alla visione della Chiesa valdese nella teologia tedesca e all’influenza del pensiero protestante sugli intellettuali liberali italiani, ribadendo così la complessa rete di relazioni e influssi che legava al suo interno l’Europa del XIX Secolo.

 

La quarta sessione ha avuto per argomento “La dimensione internazionale del protestantesimo tra Restaurazione e rivoluzioni”. Pur risultando mancante di un intervento, per l’impossibilità del relatore di raggiungere il convegno, questa sessione ha avuto due dissertazioni dedicate a contesti apparentemente estranei, come gli Stati Uniti d’America o il Regno delle Due Sicilie, mostrando così aspetti più sfumati di quanto un primo sguardo lasciava intuire.

 

Infine, la quinta sessione è stata dedicata a “Protestanti e Risorgimenti”, e ha avuto una connotazione decisamente biografica, analizzando il più ampio contesto del Risorgimento ripercorrendo la vita del noto letterato Gabriele Rossetti, esule a Malta e a Londra, e dei patrioti Giovanni Vincenti, morto giovanissimo nel carcere dello Spielberg che già ospitò il più celebre Silvio Pellico, e Alessandro Gavazzi, attivo nella difesa della Repubblica Romana e in altre battaglie per l’indipendenza della nazione italiana.

 

In conclusione, il convegno ha mostrato un buon equilibrio tra approfondimento e divulgazione, scendendo nel dettaglio anche minuzioso senza tuttavia risultare di troppo difficile accesso a chi, come chi scrive, non è uno specialista del periodo trattato. Molti relatori hanno poi tenuto a manifestare il proprio apprezzamento per l’opportunità loro concessa di visitare e venire a contatto con la cornice di Torre Pellice e l’atmosfera delle valli valdesi, dove si sono sentiti sia accolti calorosamente sia stimolati dalla peculiare realtà con cui molti di loro entravano in contatto per la prima volta. Si dimostra ancora una volta la capacità della Società di Studi valdesi di realizzare studi di altissimo livello, coinvolgendo tanto i propri membri quanto esperti esterni. Attendiamo la pubblicazione in volume degli Atti e il convegno dell’anno prossimo.

 

 

Foto di Martina Caroli, i ltempio valdese di Torre Pellice