«Il protestantesimo di domani sarà determinato dalla nostra capacità di ascolto e di dialogo»

Partecipata l’annuale Assemblée du Désert, uno degli appuntamenti più cari per gli evangelici francesi

 

Come tradizione la prima domenica di settembre ha avuto luogo l’Assemblée du Désert, uno degli appuntamenti del cuore per il protestantesimo francese.

 

Siamo nella frazione di Mas Soubeyran, parte del Comune di Mialet, nel dipartimento del Gard, sud del Paese. Migliaia di persone, quest’anno presenze in crescita, si sono sistemate sotto le piante del bosco per ascoltare il culto guidato quest’anno dal presidente della Federazione prostetante di Francia, il pastore Chirstian Krieger, che ha ha evocato una serie di anniversari legati all’anno 2025: «il 120° anno di separazione tra Chiesa e Stato in Francia, l’80° anno dalla fine della seconda guerra mondiale, o ancora il 1700° anniversario del primo concilio ecumenico, quello di Nicea, nel 325. E, quindi, i 500 anni di anabattismo».

 

Un anniversario che coincide anche con il 120° anniversario della creazione della Federazione Protestante di Francia. Per Krieger, si è trattato quindi, prima di tutto, di «ricordare la nostra storia per poter scrivere  anche noi una parte di quella storia»·

 

«Cosa dice questa frenesia commemorativa del nostro tempo e della nostra società?» si è chiesto il pasotre, dopo aver elencato questa concordanza di date. «Essere grati implica, prima di tutto, essere consapevoli di qualcosa, e di quanto le nostre vite siano debitrici e dipendenti da ciò che ci viene donato». Un sentimento che tende a venir dimenticato «nel nostro tempo, che valorizza la performance. Dimentichiamo di essere in debito con Dio, con i nostri genitori, con coloro che ci hanno preceduto».

 

«Biblicamente, il deserto è il luogo dove tutto manca e dove dobbiamo aspettarci tutto da Dio. E il silenzio e la mancanza ci insegnano a riconnetterci con ciò che è essenziale». Dopo aver ricordato il «lungo cammino dei protestanti di Francia», che comprende anni di persecuzioni e conflitti, ha affermato che «stiamo ricevendo una memoria che non è nostalgia, ma un’ondata che ci deve incoraggiare al riconoscimento degli altri come persone con uguali diritti. Intorno a noi, gli stranieri sono troppo spesso stigmatizzati, la questione migratoria troppo spesso strumentalizzata. Siamo artigiani di riconciliazione all’interno di una società che fatica a definire il bene comune. Questa sfida è al centro del protestantesimo francese».

 

Un protestantesimo influenzato da ciò che sta accadendo a livello globale: «alcuni vorrebbero adottare una posizione di ritiro – ha osservato Christian Krieger,-. Altri puntano sull’ascolto e sul dialogo. È ciò che propone la Federazione protestante francese: adottare la parola dell’altro accettando di esserne trasformati. In questo mondo così polarizzato, stiamo dimostrando che l’unità nella diversità non è un’utopia. Il protestantesimo di domani sarà determinato dalla nostra capacità di ascolto e di dialogo». 

 

L’Assemblée du Désert” (l’Assemblea del deserto) è un evento molto noto nel protestantesimo nel sud della Francia e non solo. Ogni anno, questa giornata comunitaria riunisce diverse migliaia di persone all’ombra degli alberi del Musée du Désert delle Cévennes. Una cerimonia speciale, aperta a tutti i protestanti di Francia, che commemora il modo in cui gli ugonotti praticavano il loro culto durante le guerre di religione: clandestinamente e all’aria aperta.

 

Con il termine Désert si intende infatti il periodo di forti persecuzioni subite dagli Ugonotti nel periodo compreso fra la revoca dell’editto di Nantes (1685) e la rivoluzione francese (1789). Un secolo di battaglie, repressioni, violenze, isolamento. Privati della libertà di culto, lontani dalle città, nascosti in aree remote, in foreste, boscaglie, grotte, i protestanti sono costretti a vivere per oltre un secolo la propria fede in clandestinità, in Linguadoca, nel Delfinato e nelle Cévennes. Il deserto è anche il simbolo dell’esodo del popolo di Israele dalla Terra Promessa, traslato e associato in questo caso alle pene dei protestanti francesi. 

 

Nel 1880 la Società di storia del protestantesimo francese decide di acquistare la vecchia casa in cui, nel 1680, nacque Rolland Laporte, uno dei principali capi dei Camisards, i combattenti che si batterono per la libertà religiosa all’inizio del secolo che porterà alla rivoluzione francese.

 

 

Immagine: Assemblée du Désert, Jeanne Lombard, 1934. Fonte