Di segni e di visioni. Appartenere alla terra comune

Dopo la pausa di agosto torna la rubrica di Riforma fra arte e spiritualità

 

In Alto Adige, tra cime e campanili, Hubert Mumelter ha dipinto per tutta la vita (1896-1991) paesaggi di quiete. Ma dietro quegli acquerelli limpidi c’era una visione: un Sudtirolo capace di vivere in equilibrio tra tre popoli – tedeschi, italiani, ladini – uniti soltanto dalla geografia, ma diversi per lingua, cultura e memoria.

Mumelter, pittore e vignettista, conosceva bene le fratture che attraversavano la sua terra: l’annessione all’Italia, la politica di italianizzazione forzata, l’“Opzione” del 1939 che impose di scegliere tra diventare italiani o trasferirsi nel Reich.

 

Dopo la guerra, dirigendo il settimanale Alpenpost, rifiutò sia la propaganda sia la rassegnazione, proponendo un’autonomia in cui ciascuno potesse conservare la propria lingua e identità, riconoscendo agli altri lo stesso diritto. L’appartenenza era alla terra comune, non al dominio di un gruppo sull’altro.

Mumelter lo chiamava “sogno retico-ladino”, e dipingeva nelle menti di chi lo ascoltava un Sudtirolo pacificato, dove le differenze non fossero motivo di sospetto, ma di arricchimento reciproco.

Nei suoi quadri, come nelle sue parole, la montagna diventava metafora di questo spazio condiviso: non un confine da difendere, ma un orizzonte da abitare insieme.

 

Oggi, mentre in molte parti del mondo popoli vicini cercano di annientarsi a vicenda, e proprio perché sono popoli vicini, anzi vicinissimi, quel sogno appare quasi un’utopia. Invece, è qualcosa che si è realizzato: un segno prezioso del fatto che la pace non è assenza di conflitto, ma il coraggio estremo della scelta quotidiana di costruire insieme, pur restando diversi.

 

Anche in un mondo pieno di potenti che, quel coraggio, proprio non sanno dove sta di casa. Anche, e soprattutto, quando ci dimentichiamo che, come dice il Signore in Levitico 25, 23, «la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti»: siamo tutti ospiti, forestiere e forestieri e abbiamo un comune dovere preciso di custodia e di responsabilità reciproca.