Sinodo dei bambini. Non vogliamo solo gli applausi

Terza edizione del programma di animazioni parallelo all’assemblea metodista e valdese

 

La prima volta è una sperimentazione, una novità; la seconda, una conferma; alla terza, comincia a diventare consuetudine, elemento costitutivo. Pensiamo al Sinodo dei bambini: ormai il loro intervento in aula sinodale è un appuntamento atteso, non solo per la gioia e la vivacità che queste piccole grandi voci portano in un luogo sempre un po’ paludato, ma soprattutto per le sfide, anche impegnative, che portano con sé, richiamando gli adulti alle loro responsabilità. Sia come chiese (torna il richiamo a essere più “accoglienti”) sia come esseri umani (e qui l’elenco è lungo…).

 

Erano circa 18, dai 5 ai 13 anni, con i loro animatori, Daniele Parizzi e Serena Long (con la supervisione della pastora Gesine Traversari), coadiuvati da un bel gruppo di volontari: Alina dall’Uruguay, Miriam da Como, Eric da Luserna San Giovanni e Chiara da Villar Pellice.

Nei giorni dei loro incontri, dal 21 al 27 agosto, hanno parlato di giustizia, pace, collaborazione fra persone e fra chiese, parlando del Patto di Integrazione, facendo laboratori musicali, di giornalismo (realizzato da L’Amico dei fanciulli, in collaborazione con il Servizio Istruzione ed Educazione della Fcei), incontri speciali: pare che John Wesley in persona, con tanto di cavallo, sia andato a trovarli…!

In aula sinodale, il giorno della chiusura, hanno presentato le loro riflessioni e proposte per rendere le chiese più inclusive: dalle questioni logistiche (le panche!), alla Santa Cena (perché non tutte le chiese ammettono i bambini? Anche il Sinodo degli adulti avrebbe potuto rifletterci, visto che una decisione in merito era già stata presa…), di organizzazione delle assemblee (magari intergenerazionali, per discutere insieme le questioni che toccano tutti…). Sottolineando anche i temi sociali su cui il Sinodo e le chiese dovrebbero impegnarsi di più: povertà, ambiente e guerra.

 

I bambini non vogliono (solo) l’applauso, ha detto un membro del Sinodo, vogliono essere presi sul serio e che le loro proposte vengano messe in pratica. Viene da dire che le questioni poste dai bambini avrebbero potuto benissimo essere alla base dell’ordine dei lavori dei “grandi” (e chissà che non diano l’esempio per la prossima sessione…). Intanto, come precisa un apposito atto del Sinodo, saranno inviate alle chiese locali e agli organismi intermedi in modo che siano oggetto di attenta riflessione, a partire dal fatto che ancora troppo spesso le chiese, gli spazi, le liturgie tengono conto delle esigenze dei soli adulti. I bambini, ancora una volta, hanno dimostrato spirito critico e capacità di “risoluzione dei problemi” notevoli. 

 

 

 

Foto: Martina Caroli