Massello, 300 anni “camminando con Dio”
Una giornata dedicata all’importante anniversario
Una giornata di festa per il tempio inaugurato nel 1725, nel secolo che è stato un po’ la Cenerentola della storia valdese, ricordandoci che molto si fece, in termini di “(ri)costruzione”, prima dell’arrivo di Beckwith, cui peraltro si deve, più di un secolo dopo, l’aspetto attuale del tempio, che somiglia molto ai “fratelli” di Maniglia, Rorà e Rodoretto. Ma quello di Massello era già lì, e non era nemmeno il primo, esistente già a fine Cinquecento e distrutto durante le guerre del 1686.
Tuttavia, la giornata non voleva tanto celebrare il passato, quanto guardare al futuro, come detto nel culto celebrato dal pastore Gianni Genre per la parte liturgica e dal pastore e professore Daniele Garrone per il sermone. Nei secoli, è stato rievocato, la chiesa di Massello e in generale la Chiesa valdese ha vissuto fasi storiche molto diverse, tra Risveglio, Risorgimento, Resistenza, impegno sociale e civile. La domanda, alla comunità composita, giunta anche dalle valli vicine, da altre regioni e dall’estero, è dunque: quale chiesa vogliamo essere oggi e domani?
Richiamando uno dei rari passaggi in cui si parla di “300 anni”, Garrone ha ricordato Enoch, uno dei discendenti di Adamo ed Eva, esempio di rettitudine e fede, che nella sua vita durata “solo” 365 anni, ne passò 300 “camminando con Dio” (Genesi 5, 22). E la chiesa di Massello, in che modo ha “camminato con Dio” in questi trecento anni, e come vuole farlo nel futuro?
Forse qui, più che altrove, si percepisce il cambiamento drastico dell’ultimo secolo, con il fortissimo spopolamento, e l’interrogativo è pressante. Ma non ci si deve lasciar prendere dallo sconforto, e un buono stimolo lo ha dato l’atmosfera luminosa, favorita dalla giornata di sole e dalla “rinfrescata” al tempio, rievocata negli interventi di alcuni pastori e pastore che hanno prestato servizio qui, Lucilla Peyrot, Milena Martinat, Mauro Pons, Paolo Ribet (con una lettera). Un saluto a sorpresa, alla fine del pranzo assai frequentato, organizzato dalla Pro Loco, è stato portato dal veterano dei pastori, Giorgio Tourn, 95 anni, che ha rievocato il mondo della valle di sessanta-settant’anni fa.
Una realtà storica da non dimenticare, come testimonia il numero speciale della Beidana, e la ristampa dell’opuscolo curato da Teofilo Pons negli anni Cinquanta su Massello nella storia valdese, a cui aggiungiamo il grazioso omaggio alla storia del tempio pensato da Silvia Gastaldi e Floriana Bleynat, trasformando in libretto un racconto a puntate di Lidia Gastaldi, illustrato da Alessandro Spanu, pubblicato su L’Amico dei fanciulli negli anni Novanta.