Il cuore e la stella

Metodisti e valdesi, due storie che si incontrano a metà, nel nuovo libro per bambini della Claudiana

 

Concludiamo oggi la serie di articoli dedicata ai 50 anni dal Patto di integrazione fra le chiese valdesi e metodiste.

 

 

Spiegare ai bambini il Patto di integrazione fra metodisti e valdesi: probabilmente una delle cose (a prima vista) più indigeste che si possano immaginare! E invece, è proprio ai più giovani che è importante raccontare come siamo arrivati “fin qui”: certo, per chi ha meno di cinquant’anni, e quindi è “giovane” in senso molto ampio, è ormai scontato vivere in una realtà “valdometodista”, com’è chiamata sempre più spesso. Ma è importante capire che non è sempre stato così, che siamo l’unico esempio al mondo (l’altro ramo della Chiesa valdese fuori dall’Italia, quello sudamericano, non ha un’integrazione con la chiesa metodista locale) e, possiamo dirlo, pure un “buon esempio” di convivenza tra denominazioni protestanti con storie molto diverse.

 

Anche se oggi valdesi e metodisti italiani si assomigliano sempre di più (e dopo mezzo secolo di vita insieme lo si può anche capire) al punto che ciascuno riconosce in sé i valori dell’altro, è importante ripercorrere i momenti salienti di due storie parallele che si incontrano al centro, davanti alla Bibbia e alla Cena del Signore, come ci mostra plasticamente, con grande efficacia, il libro appena pubblicato dalla Claudiana.

 

Nato dal lavoro a quattro mani di Agnieszka Goclowska (in arte Agabra) e Nicola Tedoldi, il libro ha alcune interessanti particolarità. Innanzitutto si legge non solo da sinistra a destra, all’occidentale, seguendo la storia valdese dalla conversione di Valdo, alla diffusione del valdismo, l’adesione alla Riforma, fino all’idea del patto, ma si può partire anche da quella che di solito consideriamo la fine di un libro, e risalire ripercorrendo la storia metodista: anche qui, iniziando da una conversione, quella di Wesley («da una scoperta rivelatrice», spiega Agnieszka, illustratrice professionista e designer, parlandoci della scelta delle immagini), e affrontando la diffusione del metodismo nel mondo e in Italia. In entrambe le storie c’è una grande attenzione ai motti, alle parole chiave, ed è molto interessante la scelta di due simboli particolari, la stella e il cuore, che ritroviamo in ognuna delle illustrazioni e che, ci spiega il pastore Tedoldi, «vanno oltre il dato storico, lo interpretano in modo originale», possiamo dire simbolico, così come la scelta, per esempio, di collocare un ritratto di Martin Lutero alle spalle di Wesley.

 

Un’altra particolarità del libro è che è trilingue (italiano, francese, inglese), scelta importante per favorirne la diffusione, che però ha portato con sé la necessità di scrivere testi estremamente sintetici, sfida a cui si è dedicato il pastore Tedoldi, che ha curato la scrittura e la consulenza storico-teologica del libro.

Lo scopo è certo didattico, ma forse, più ancora, di tipo identitario, comunitario: come ha osservato il presidente dell’Opcemi, Luca Anziani, l’obiettivo è far sentire i più giovani parte di tutto questo, parte di una storia di cui molte pagine sono ancora da scrivere.