«Non sono tragedie, ma morti annunciate»

Bernardini (MH/FCEI): «Senza vie legali, altre vite si perderanno»

 

«C’è chi ha perso una sorella, chi un figlio piccolo, chi il marito. Non sono tragedie, ma morti annunciate» Con queste parole Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), commenta il naufragio avvenuto ieri nelle acque vicino Lampedusa, dove si contano almeno una ventina di morti accertati e decine di dispersi.

La barca, partita dalla Libia due giorni prima, si è ribaltata poco distante dall’isola. I racconti dei superstiti parlano di famiglie spezzate: una madre e un padre che hanno perso una bambina di un anno e mezzo, una giovane che ha perso la sorella minore, altri che hanno visto sparire in mare mariti, mogli, figli.

 

La FCEI è presente tutto l’anno a Lampedusa con un presidio costante, l’Osservatorio di MH. Nelle ultime ore il molo Favaloro, punto di approdo e di prima assistenza, è statoluogo di dolore e confusione. «Le persone che arrivano sono quelle più fortunate – prosegue Bernardini – delle altre non sapremo mai nulla. La colpa di queste morti non può certo essere imputata a chi decide di partire, ma è una precisa responsabilità politica dei governi europei, che cercano di nascondere ciò che continua a succedere o di spostare il problema altrove. Il risultato è quello che vediamo: le persone continuano a morire nel Mediterraneo».

 

Francesca Saccomandi, operatrice di MH presente al molo, conferma la gravità della situazione: «Le persone che abbiamo incontrato ieri erano in stato di shock e in condizioni di salute precarie. Alcune persone sono state portate al poliambulatorio perché avevano bevuto molta acqua salata nel tentativo di salvarsi. Al momento – prosegue Saccomandi – più di venti salme si trovano al cimitero di Lampedusa. Queste sono morti annunciate, conseguenza delle politiche di respingimento che Europa e Italia portano avanti da troppo tempo. Senza vie di accesso legali per tutti e tutte, sono storie tragiche che continueranno a ripetersi».

 

Da 11 anni Mediterranean Hope opera a Lampedusa con un Osservatorio sulle migrazioni nel Mediterraneo, raccogliendo dati e testimonianze sugli sbarchi e offrendo supporto ai naufraghi. Oltre all’attività sull’isola, MH promuove progetti per la tutela della dignità delle persone rifugiate e migranti: i Corridoi umanitari e altre vie legali di accesso sicuro in Italia e in Europa, il sostegno lungo la rotta balcanica, iniziative contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli e interventi di accoglienza diffusa.

 

 

Foto FCEI/MH, archivio