Pakistan. Liberazione per oltre 100 famiglie cristiane
È l’obiettivo di una campagna lanciata dall’organizzazione umanitaria Global Christian Relief in difesa di cristiani schiavizzati nelle fabbriche di mattoni
Global Christian Relief, organizzazione umanitaria cristiana con sede negli Stati Uniti che difende i cristiani perseguitati in tutto il mondo, ha avviato un’iniziativa per liberare almeno 100 famiglie cristiane che rimangono schiavizzate nelle fornaci di mattoni in tutto il Pakistan. L’iniziativa prosegue una campagna che affronta lo sfruttamento sistemico delle minoranze religiose, che lavorano in condizioni di sfruttamento nonostante il divieto nazionale di lavoro forzato.
L’obiettivo di Global Christian Relief include anche il sostegno economico, la formazione professionale di 380 giovani, l’assistenza sanitaria a 20.000 famiglie e l’aiuto a 325 donne nell’avvio di piccole attività imprenditoriali.
Molte famiglie cristiane entrano nelle fabbriche di mattoni dopo aver contratto piccoli prestiti necessari a coprire spese relative a cibo, affitto o emergenze mediche.
Il sistema di accumulo di debiti intrappola intere famiglie, a volte per decenni, nonostante il divieto di lavoro forzato istituito in Pakistan nel 1992. I proprietari delle fornaci continuano a operare impunemente a causa della corruzione e della mancanza di applicazione delle leggi, riferisce l’organizzazione umanitaria.
L’anno scorso, Global Christian Relief ha liberato 50 famiglie dal lavoro forzato, tra cui Raheel e Ruth, che, insieme ai loro quattro figli, hanno trascorso 25 anni nelle fornaci. Grazie a GCR, Raheel e Ruth hanno estinto il debito e avviato un’attività di vendita di ortaggi, trasferendosi in una nuova casa.
La minoranza cristiana del Pakistan, che rappresenta circa l’1,27% della popolazione, subisce gravi discriminazioni religiose, un accesso limitato all’istruzione e l’esclusione sociale ed economica. I cristiani sono spesso costretti a svolgere lavori mal pagati e le leggi sulla blasfemia del Paese sono ampiamente utilizzate per prenderli di mira.
Brian Orme, presidente e CEO di Global Christian Relief, afferma di aver visitato e parlato con molte delle famiglie cristiane coinvolte. «Quando abbiamo consegnato gli assegni a famiglie come Raheel e Ruth, non li abbiamo solo liberati dai debiti, ma abbiamo anche spezzato catene generazionali di schiavitù», ha affermato.
La Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale ha indicato il Pakistan come uno dei 16 «paesi di particolare preoccupazione» nel suo rapporto del 2025, citando l’uso di leggi sulla blasfemia e la continua discriminazione contro le minoranze religiose da parte di attori sia statali che non statali.