La forza “altra” di Dio

Un giorno una parola – commento a Salmo 21, 13

 

 

Innàlzati o Signore, con la tua forza; noi canteremo e celebreremo la tua potenza

Salmo 21, 13

 

Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste

Luca 19, 37

Ancora oggi sentiamo usare le prime parole di questo Salmo come una preghiera di guerra. Chiedere aiuto a Dio, alla sua forza; chiedere di stare dalla propria parte e quindi non dalla parte degli altri. Volere Dio per sé come se Dio fosse solo per un popolo. E quel popolo è quello che lo invoca e che ha confuso il patto che Dio ha stabilito con lui con un patto unico senza comprendere davvero che lui è il Dio del cielo e della terra e che il popolo che lui si è scelto ha il compito di farlo conoscere fino agli estremi confini della terra.

 

Ancora oggi lo stesso popolo invoca la sua forza, mentre con la forza delle armi pone fine a vite innocenti, con l’unica colpa di appartenere ad un popolo, come tanti altri, che ha dato spazio al terrorismo.

Ma la forza di Dio è altro: non c’è più ragione per fare guerra per un pezzo di terra, forse non lo è mai stato. Già i profeti hanno messo in guardia Israele. Lo ha fatto Gesù mostrando se stesso innalzato nella sua forza, la forza del Dio che ama al punto da donarsi completamente per la salvezza di tutti e tutte.

Con questa idea di Dio possiamo gioire e cantare alla sua potenza. Con questa fede e questa speranza possiamo celebrarlo come Dio della vita, contrario ad ogni gesto che porti sofferenze e morte per i suoi figli e figlie. Amen.