Playlist di luglio. Un remix degli anni ’80

Fra musica e teologia la rubrica del Dj e scrittore Diego Passoni

 

È uscita da pochi giorni una versione remix di una canzone del 1984. Non ci sarebbe niente di nuovo se non fosse che la canzone in questione è Mediterranea, cantata da Giuni Russo, un’interprete così svergognatamente poliedrica da non poter essere capita dai noi di quegli anni, come accade a chiunque sia troppo e troppe cose insieme, a chi sfugga alle lusinghe di un sistema che vive di etichette, di semplificazioni e di immagini coordinate come quello dello spettacolo italiano. Un’artista che invece, a guardare bene, e a risentirla ora, ha ancora moltissimo da dire.

Chi vi scrive pensa che Giuni Russo sia la figura più interessante di tutto il secolo scorso, una vocalità inconfondibile e qualitativamente eccellente, e un rimestio personale di ricerca nel suono, nei testi, e nella propria spiritualità.

 

Ascoltare la versione remix di Dumar di Mediterranea sia l’occasione di riascoltare, o di scoprire per la prima volta – sciagurati! – l’intero album che porta questo stesso titolo. Ci sono tutti gli ingredienti dell’estate, stagione da lei sempre raccontata (non solo con le celeberrime Un’estate al mare e Voglio andare ad Alghero) in tutte le sfaccettature: i molli risvegli, la rugiada che fa tremare la sera, il caldo africano, le ragazze innamorate che vanno in giro scatenate, la tv demenziale mentre è scoppiata un’altra guerra, le serate molto strane, le raffinate libertà di guardarsi dormire, la divina notte in cui uomini vanno ai tabernacoli dei vizi e la malinconia di certe ore passate dietro le persiane chiuse, sognando di viaggiare su treni che non esistono o di essere in una sauna nel quartiere di Ginza a Tokyo. Tutto questo tra musica elettronica e suoni etnici.

 

Era il 1984, moriva Berlinguer a giugno, e a novembre Reagan diventava presidente degli Usa, e noi sceglievamo di voler essere come loro: come potevamo noialtri capirla Giuni Russo? Ma oggi non può non essere la colonna sonora di questa sfacciata e violenta estate. Poi, in autunno, sarete persone pronte ad ascoltare i suoi brani di canto mistico e spirituale, frutto della sua conversione al cristianesimo e alla lettura di Teresa D’Avila e Giovanni della Croce.

 

 

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