“È in atto un ecocidio?”

A settembre un campo giovani in Calabria sul tema dell’ambiente e delle relazioni tra esseri viventi

 

Dal 19 al 21 settembre a Camini, in Calabria, le chiese valdesi del XV Circuito organizzeranno un campo giovani dal titolo “È in atto un ecocidio? Prendersi cura dell’ambiente e delle relazioni tra esseri viventi”. Il progetto nasce e si sviluppa grazie a un intreccio di relazioni e di lavoro condiviso in una delle aree più periferiche e desertificate d’Italia, la Calabria: desertificazione che non impedisce però che qua e là crescano piccoli fiori da innaffiare con cura e amore; terre di frontiera, aree interne, nelle quali si trovano a operare piccole chiese valdesi e uno dei progetti di Mediterranean Hope (nella Piana di Gioia Tauro).

 

La coprogettazione è caratteristica fondante sin dalle fasi iniziali: le chiese valdesi riunite nell’assemblea del XV Circuito (novembre 2024) approvano – ancora allo stato embrionale – la proposta di un evento di formazione/riflessione per giovani, ad ampio raggio (frontiere, sfruttamento, ecologia). Dentro quella proposta già stanno alcune settimane di nuovi rapporti e operatività comune tra la Chiesa valdese di Reggio Calabria e la sua diaspora (la Piana di Gioia Tauro), ma anche l’eco delle discussioni e degli atti prodotti nelle ultime assemblee (Conferenza del IV distretto e Sinodo 2024) riguardo al lavoro delle nostre chiese con i/le giovani, Federazione giovanile evangelica in Italia (FGEI) e non.

 

Insomma, c’è già un crogiuolo di stimoli, di potenzialità, di risorse. La coprogettazione si concretizza così in una staff veramente intergenerazionale – la diacona Monica Natali e la pastora Giuseppina Bagnato (per le chiese del XV Circuito), giovani della FGEI (Thanchanok Belforte, Anais Scaffidi Domianello, Manuel Pallagrosi e Andrea Colombo), Francesco Piobbichi (operatore responsabile del progetto Mediterranean Hope – Calabria) – che via via definisce contenuti e modalità di questo campo giovani che, se per certi aspetti, si riconosce nei modelli classici di un campo FGEI, per altri, raccoglie la sfida di importanti novità.

 

Innanzitutto il luogo: se la FGEI di solito si avvale di spazi “propri”, dunque Centri battisti, metodisti e valdesi, questa volta saremo tutti e tutte ospiti della Cooperativa Jungi Mundu che da anni opera a Camini. Questo piccolo paese della Locride è uno degli esempi concreti di come un’accoglienza intelligente, lungimirante e dignitosa di persone provenienti da una dozzina di diversi Paesi del mondo, possa far rinascere – insieme con la popolazione autoctona – un paese altrimenti destinato allo spopolamento e all’abbandono.

Altre sono le novità e le sfide dettate dal titolo che si è voluto dare al campo: l’evento si inserisce nella generale programmazione del “Tempo del Creato”, i workshop si susseguiranno secondo una precisa sequenza e vedranno il coinvolgimento di persone di altre realtà del territorio, grazie a relazioni anche ecumeniche avviate in questi mesi dalla Chiesa valdese di Catanzaro-Vincolise.

 

Prospettive? Continuare a mettere insieme le competenze, i talenti, i ministeri, il lavoro appassionato di ciascuno, i tanti modi e “pezzi” di essere chiesa che testimonia l’Evangelo; intrecciando e costruendo relazioni feconde sui territori, pur con un respiro nazionale; tenendo le porte delle nostre chiese aperte, in entrata e in uscita. Alla sola gloria di Dio.

(articolo tratto da: www.chiesavaldese.org)