
Testimoniare l’Evangelo al Sud
Un incontro con tutte le opere sociali del IV distretto delle chiese valdesi e metodiste
Vi stiamo proponendo ogni giorno i due articoli di resoconto dei lavori delle 4 Conferenze distrettuali in cui sono raggruppate le chiese valdesi e metodiste. Oggi chiudiamo la serie con due articoli sul Quarto distretto, che comprende le chiese del Sud e delle isole.
Dalla Campania alla Sicilia. Un territorio vasto con varie opere delle chiese metodiste e valdesi che sono sentinelle e presidi di territori spesso in affanno.
In una pausa dei lavori della Conferenza del IV distretto abbiamo incontrato i referenti di tutte le strutture sociali: l’ospedale evangelico “Betania” e il centro “Casa Mia” a Napoli, il Centro sociale evangelico di Cerignola (Fg), il Centro culturale “Gian Luigi Pascale” di Guardia Piemontese (Cs), l’Opera diaconale metodista di Scicli (Rg), il Centro giovanile “Adelfia” a Scoglitti (Rg), il Servizio Cristiano di Riesi (Cl), il Centro diaconale “La Noce” e l’associazione “Pellegrino della terra” a Palermo. A questi si sommano diversi altri progetti guidati dalla Diaconia valdese: sportelli sociali, accoglienza, e vari sono quelli nati in seno alle chiese locali. Molte sono poi le associazioni non legate alle chiese, che operano nei territori e che beneficiano dei finanziamenti dell’Otto per mille valdese, altro importante vettore di progettualità al sud.
Infanzia, migrazioni, tutela delle minoranze, azioni sociali: sono molti e differenziati gli ambiti di azione ma comuni sono le sfide. «Intanto attraverso le nostre opere testimoniare l’Evangelo in queste terre splendide ma complicate». La capacità poi di essere un attore anche politico, portando l’attenzione sui giovani, sui migranti, sui carcerati, sulle donne vittime di tratta». Comune una caratteristica rimarcata da tutti i presenti: «saper ascoltare il territorio e le sue necessità in costante mutamento, per rispondere al meglio alle sfide e continuare a essere un punto di riferimento per quel territorio».
Il rammarico è il constatare l’affanno, spesso numerico, delle chiese locali, con la conseguente poca connessione fra esse e le opere: «Tema che ci deve portare a dei ragionamenti volti a tentare di ricreare legami fondamentali, che dove realizzata danno risultati inattesi in termini di partecipazione». Così come si sente necessità di una maggiore comunicazione “interna”, circolare fra tutti gli enti del distretto.
La chiusa la lasciamo a Nunzio Cosentino del Centro “Adelfia”: «Non parliamo mai, per una sorta di pudore che ha senso fino a un certo punto, di un aspetto fondamentale: la Diaconia al sud è un grosso datore di lavoro. Oltre 350 operatori distribuiti fra le varie regioni, nelle varie opere e in differenti progetti, rappresentano qualcosa di dirompente in questo contesto. La maggior parte poi è composta da donne e da moltissimi giovani. Un indotto importante per non svuotare il sud dai giovani ed anche una risposta alle mafie che inquinano i territori grazie alla serietà di pagamenti regolari».