Fame di libertà e diritti

La moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta premiata da Articolo 21

 

“Ad Alessandra Trotta e alla Comunità valdese, preziosi compagni di cammino nella difesa della Costituzione: antifascista, pacifista, antirazzista, solidale e pluralista”. Questa la motivazione del Premio consegnato alla moderatora della Tavola valdese dall’Assemblea nazionale di Articolo 21, Liberi di… riunitasi lunedì sera a Roma presso la Casa Internazionale delle donne di via della Lungara.

 

Esprimendo la sua riconoscenza Trotta ha sottolineato l’impegno della Tavola valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi – e nello specifico quello della Chiesa valdese che ha recentemente festeggiato i suoi primi 850 anni di vita: “Un movimento che si fece eretico per non aver rinunciato alla libertà di credere, e di averlo fatto in modo conforme alla libertà di pensiero e di predicazione, dunque senza accettare le restrizioni e le limitazioni di un’autorità che voleva imporsi come assoluta. Questa storia – ha proseguito Trotta -, è una storia fatta di persecuzioni, di discriminazioni, di lotte per i diritti e le libertà di tutti, ed è solo un frammento di una storia ben più grande, quella di una minoranza presente nel nostro Paese impegnata in un cammino lungo, faticoso, per la conquista dei diritti e delle libertà e che credo che ogni generazione dovrebbe poter consegnare a quelle successive. La nostra storia – ha proseguito – ci ha dotato di ‘antenne’ molto sensibili, quelle che ci fanno cogliere i segnali anche più piccoli in caso di arretramenti e scivolamenti, indirizzati alle restrizioni del pluralismo. Prima ancora di verifiche normative, che spesso ci sono, queste restrizioni passano attraverso la creazione di un clima favorevole veicolato dall’indifferenza, dall’ostilità, e verso chi si fa portatore di diritti e di libertà. La svalutazione, la derisione di queste libertà portano a una competizione con quelli che, si dice, siano gli unici diritti veramente importanti, quelli ‘commestibili’, ossia ‘che fanno mangiare’.

 

Noi crediamo che la fame di libertà sia non meno importante della fame del pane, del lavoro e del diritto ad avere una casa. Un nostro impegno, un imperativo, è la difesa della dignità e del bene comune, che passa anche attraverso i fondi Otto per mille e che centinaia di migliaia di contribuenti ci affidano con fiducia, ridistribuendoli a progetti, anche, a supporto di un giornalismo libero ed indipendente, di un giornalismo che vuole trasmettere soprattutto ai più giovani la passione della ricerca della verità, anche di quella verità percepita come scomoda, quella che disturba i poteri costituiti e consolidati. Crediamo che questo non sia solo un modo per tutelare i diritti degli individui che sono preziosi e importanti, ma una risorsa per la democrazia: sistema molto esigente che ha bisogno di cittadini responsabili e capaci di informarsi, di conoscere, di capire, per poter poi compiere delle scelte che siano veramente libere e consapevoli. Il nostro sogno è che in un futuro non troppo lontano la pratica dei diritti e delle libertà sia qualcosa di talmente naturale, talmente ordinario, talmente scontato, che non si avverta più il bisogno di consegnare targhe come questa, che però oggi ricevo con grande riconoscenza”.

 

All’incontro di lunedì sera hanno preso parte giovani di licei romani (che hanno proposto stralci di una rappresentazione teatrale), giornalisti e giornaliste, attrici e attori, rappresentanti del mondo dell’associazionismo, giuristi, intellettuali, dirigenti.