Centralità della relazione con la società e impegno civile

Primo distretto: quattro atti hanno affrontato i temi della guerra, e in particolare della devastazione in corso a Gaza, della violenza contro le donne e per le persone Lgbtqi

 

La Conferenza del Primo distretto di quest’anno si è caratterizzata anche per l’attenzione e il confronto sui temi  “Società e impegno civile”, presentati dalla Commissione d’Esame. I dibattiti che ne sono scaturiti si sono svolti in un buon clima di ascolto e confronto.

La Conferenza ha fatto propria, con l’Atto 16, la proposta contenuta nel documento Il tempo è adesso, preparato dal gruppo di evangelici italiani Dallapartediabele (vedi Riforma numero 22, 30 maggio 2025, di cui consiglio la lettura). Il testo sottolinea la netta opposizione alle scelte militari compiute dallo stato di Israele e i gravissimi problemi generati alla popolazione palestinese; invita a operare affinché si giunga a breve a una soluzione pacifica. L’accorato appello è rivolto ai Paesi, alla diplomazia internazionale e alle Chiese, per fermare quanto sta accadendo con metodi democratici e non violenti.

 

L’Atto 23, relativo al disprezzo della vita e alle molte, troppe guerre ancora in corso, propone alle comunità un atteggiamento di apertura, dialogo e impegno per la soluzione dei conflitti. Nel documento sono contenute indicazioni relative all’educazione alla pace, da realizzare nelle scuole domenicali, nei catechismi e con le famiglie. Inoltre si sottolinea l’importanza della partecipazione per la realizzazione di una società più giusta e la promozione di iniziative di preghiera con credenti di altre confessioni e religioni. 

 

Poi è seguita una riflessione sulla difficile realtà che vivono oggi le donne in Italia, vittime di violenze e femminicidi. L’Atto 24 sottolinea la condanna di questi aspetti e invita le comunità a operare attraverso iniziative già in atto come il “Posto occupato” e la ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre).

Dalla discussione assembleare è emersa la necessità di riscoprire la vocazione profetica della Chiesa, come realtà aperta, accogliente, promotrice del rispetto e della dignità di ogni persona (Atto 25), sottolineando la gravità degli episodi di omolesbobitransfobia nel nostro paese, uniti a sempre maggiore accanimento e indifferenza da parte della classe politica del nostro Paese e dell’Europa verso le forme di amore diverse dalla norma eterosessuale. La Conferenza ha ricordato il percorso compiuto dalla nostra Chiesa dal 2011, per riconoscere l’omoaffettività come forma d’amore. Le comunità sono state invitate a continuare le riflessioni sul tema e organizzare, anche con altre realtà di territorio, iniziative nelle date storiche: 1° dicembre, 17 maggio e mese di giugno.

 

Questi Atti, densi di riflessioni e indicazioni per le comunità, sottolineano l’importante relazione con la società civile e le altre confessioni o religioni presenti nel territorio, di cui dobbiamo essere grati e consapevoli. La forza e la creatività presenti nelle comunità consentiranno di realizzare alcune iniziative proposte.