
Nuova proposta al Centro Sociale “Casa Mia – E. Nitti”
Al via il primo campo estivo per adulti. Intervista a Ingrid Squitieri, educatrice presso l’opera sociale metodista attiva nel quartiere Ponticelli di Napoli
Dal 23 al 27 giugno si terrà presso il Centro sociale «Casa Mia – E. Nitti», a Ponticelli (Napoli) un campo estivo per senior (persone dai 60 ai 75 anni). Un nuovo esperimento per l’opera metodista che ha rivolto il suo intervento sociale prevalentemente ai bambini e adolescenti presenti sul territorio. Ne parliamo con Ingrid Squitieri, educatrice presso l’opera sociale metodista.
Come nasce l’idea di un campo estivo per adulti?
«Siamo abituati a proporre ogni anno dei campi estivi per i bambini e le bambine del quartiere Ponticelli, ma questa volta abbiamo voluto sperimentare qualcosa di diverso. L’idea nasce da una chiacchierata con la nostra psicoterapeuta: ci ha raccontato di come, dopo il Covid, molti adulti – anche in buona salute – abbiano cominciato a vivere situazioni di solitudine e isolamento, con difficoltà persino a uscire di casa. È come se fosse scattato un invecchiamento precoce, un blocco. Da qui, la proposta: creare uno spazio estivo anche per loro, che permetta di socializzare, riattivarsi e uscire dalla routine».
Un modo per ridare slancio alla quotidianità?
«Esattamente. L’obiettivo è offrire un’attività semplice ma significativa: cinque giorni per stare insieme, all’aperto, facendo qualcosa di nuovo. E nasce anche da un’altra osservazione: il nostro quartiere, una volta pieno di bambini, oggi è sempre più abitato da persone adulte. Il territorio cambia, e con esso anche i nostri servizi devono evolversi».
Quali attività avete pensato per i partecipanti?
«Giochi! Giochi che stimolano movimenti dolci. Si lavorerà dunque sulla mobilità, sul contatto con la natura e sul piacere di muoversi in gruppo. Le attività saranno proposte dal gruppo teatrale “Cavalli Ermeneutici” di Ponticelli, con attività di improvvisazione pensate per aiutare le persone a sciogliere timidezze, vergogne e paure – ovviamente sempre in modo leggero, senza toccare corde troppo profonde. Ogni giornata sarà poi accompagnata da un momento di confronto sulle emozioni, guidato dalla nostra counselor: ogni giorno si lavorerà su un’emozione diversa».
Un programma che mescola corpo, mente e relazioni.
«Sì, e anche convivialità! A differenza dei campi estivi per bambini dove prepariamo il pranzo, qui ci sarà una pausa caffè pensata per chiacchierare in modo informale, continuando a creare legami».
È un esperimento, dunque. Avete già adesioni?
«Sì, ci sono al momento otto iscrizioni ma siamo già contentissimi. Alcune nonne verranno con i loro nipotini. Questo ci ha dato l’idea di modulare le attività in chiave intergenerazionale, dove adulti e bambini possano fare attività insieme. È un primo passo verso l’ampliamento della nostra offerta: non vogliamo più rivolgerci solo ai bambini, anche perché tante realtà sul territorio già lavorano con i minori e gli adolescenti. Il nostro desiderio è capire dove possiamo indirizzare la nostra attenzione, aprendoci ai nuovi bisogni e necessità delle persone che incontriamo».
Appuntamento, dunque, a lunedì 23 giugno dalle ore 9 alle ore 14. Il campo, realizzato con i fondi Opm della Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi, si aprirà con il saluto di benvenuto del pastore Pawel Gajewski, sovrintendente del XIII Circuito delle chiese valdesi, metodiste e libera di Volla.
