Museo valdese in Uruguay, molte novità

Nuove installazioni, nuove possibilità e l’importante inserimento nel registro nazionale dei musei

 

Un risultato desiderato, frutto di un lungo lavoro per il Museo Valdese di Colonia Valdese in Uruguay. È stato incorporato nel Registro Nazionale dei Musei e delle Collezioni Museografiche, nella categoria di Museo.

Il Museo Valdense, che fa parte dello Spazio Culturale Valdense, sta per compiere 100 anni e sta vivendo grandi processi di trasformazione a livello organizzativo, spaziale ed espositivo. È nato nel 1926, nell’ambito della creazione della Società Sudamericana di Storia Valdese, collocandosi nelle sue origini, nella grande sala dell’ala sud del Tempio, fino a quando nel 1970, ha iniziato a funzionare nell’edificio in cui si trova attualmente.

 

L’edificio che ospita il museo è prezioso sia per la comunità valdese che per la località, per essere una delle prime costruzioni a Colonia Valdense, costruita nel 1877, sulle fondamenta di quella che era un’antica cappella, distrutta da un uragano. Prima dell’installazione del museo, vi funzionavano il Tempio Valdese, il Liceo, la Scuola. Il suo valore patrimoniale diventa tangibile negli oggetti che compongono le sue collezioni, rappresentativi della vita delle prime generazioni valdesi stabilite nel Río de la Plata e che sono principalmente il prodotto di donazioni fatte da membri delle comunità valdesi in Uruguay e Argentina.

 

«Lo scorso maggio ha segnato una pietra miliare per la nostra istituzione – scrive Erika Velázquez Guerrero, Museologa dello Spazio Culturale Valdense – essendo stata incorporata nel Registro Nazionale dei Musei e delle Collezioni Museografiche. Questa registrazione è il prodotto di un lungo processo di lavoro, che ha comportato la sistematizzazione del profilo e delle caratteristiche dell’istituzione, l’elaborazione di una tabella di marcia di due anni e la presentazione di documentazione relativa alla pianificazione, al budget, agli aspetti edilizi, al funzionamento e all’inventario. Allo stesso tempo, dalla Commissione Sinodale e dal gruppo di lavoro, dal 2022, abbiamo sviluppato un processo di lavoro collettivo, che propone la riprogettazione integrale dello spazio espositivo del Museo, insieme al team di Anima Cultural e agli architetti Mariana Cecilio e Santiago Hernández. La volontà è di valorizzare e ridefinire da un lato l’edificio stesso, e dall’altro il patrimonio che in esso è conservato e presentato al pubblico. In questo senso, rappresenta una sfida che implica ripensare e ridisegnare l’attuale esposizione, presentando la storia Valdese in modo piacevole, attraente e interattivo, per tutti i pubblici, sia che facciano parte delle comunità o meno. In che modo ci proponiamo di raggiungere questo obiettivo? Basandoci sulla tecnologia, l’illuminazione, i mezzi audiovisivi e i dispositivi che consentono di generare il dialogo con i visitatori. Tutto questo cambiamento ci motiva a pensare alla visita al museo come a un’esperienza che ha senso per chi la vive, che fornisce informazioni, che dà risposte, ma genera anche domande, che sia piacevole. II tempi a venire saranno di grande movimento per il Museo, è un processo ambizioso, stimolante, che diventerà realtà in tappe e che avremo il piacere di condividere. Vi invitiamo a essere al corrente delle novità in arrivo!»

 

 

 

Nella foto il progetto architettonico preliminare del museo valdese