
Palermo. «Bibbia e giornale: teologia e vita di ogni giorno»
A dieci anni dalla scomparsa di Franco Giampiccoli, tra i fondatori del «Bonelli»
La scelta del Centro evangelico di cultura «Giacomo Bonelli» (Cec) di Palermo di collocare un evento di ricordo e testimonianza quasi al centro di due importanti date, il trentennale dalla sua fondazione (17 maggio 1995) e il decennale dalla morte (9 luglio 2015) di Franco Giampiccoli, suo fondatore, risponde all’esigenza di non far passare sotto silenzio eventi e figure che hanno segnato importanti traguardi per il protestantesimo siciliano e per il confronto armonioso di prospettive culturali e di crescita civile.
Lo scorso 31 maggio, nella chiesa valdese ove Giampiccoli operò tra il 1994 e il 2001, al termine del suo lungo e fecondo ministero che lo vide, fra l’altro, moderatore della Tavola valdese, Giuseppe Platone, che a Giampiccoli fu legato da solida amicizia nutrita di affettuoso rispetto, ha tracciato un suo ampio profilo ricordandone soprattutto l’impegno per una chiesa in positiva evoluzione nella cornice di una complessa stagione della vita del Paese. Ripercorrendo ampiamente il contenuto di molti scritti, saggi e biografie prodotti da Giampiccoli, Platone ha messo in rilievo l’acutezza della sua proposta nel costruire vasti terreni di dialogo istituzionale ed ecumenico senza rinunciare alla solida originalità della proposta protestante.
La chiave interpretativa dell’azione di Giampiccoli è stata tratteggiata con riguardo alla capacità di elaborare percorsi di sintesi e di iniziativa rimarcando il significato di essere minoranza religiosa portatrice di innovative prospettive civili, democratiche e pluraliste nel dibattito italiano della seconda metà del XX secolo e nei primi anni del XXI.
In Sicilia, in particolare, Giampiccoli riversò tutta l’esperienza maturata in decenni di impegno pastorale fortemente proteso a disegnare modelli organizzativi, conoscenza delle regole democratiche (anche interne alla chiesa) quali “garanzie di libertà”, cura della comunità secondo principi di accoglienza, inclusione e solidarietà, rilancio di azioni diaconali (si pensi alla sua attenzione verso Riesi, esercitata grazie anche all’impegno di Platone e di molti che lo affiancarono), alla fondazione di nuovi assetti istituzionali. Nell’ambito di questi ultimi avviò e strutturò i primi sette anni di vita del Cec di cui fu, oltre che fondatore, primo presidente, rilanciando il confronto con le università e il mondo della scuola, gli istituti culturali, la politica e i presidi sociali del dibattito democratico.
Non da trascurare il suo rapporto con il mondo della formazione che sviluppò in partenariato (non scontato) con l’Assessorato dei beni culturali e della pubblica istruzione della Regione Siciliana: si ricorda ancora la lunga stagione che, nei primi anni di azione del Cec, vide la ripetuta organizzazione di cicli di seminari rivolti ai docenti, e aventi quale tema la conoscenza della storia e dei principi del protestantesimo nonché le sue principali figure fondative.
Commosso e attento è stato infine il ritratto tracciato da Platone del Giampiccoli marito (della non dimenticata Danielle Rollier), padre e nonno amorevole, con la sottolineatura della grande capacità del pastore di riservare attenzioni, cure e affetto rigoglioso anche nella sfera umana e familiare.
Al termine dell’incontro si sono alternate numerose testimonianze di chi, in particolare negli anni di Palermo, ha avuto modo di coltivare rapporti diretti con Giampiccoli e di ripercorrere molti momenti di costruzione di intenti comuni e condivisi per la costruzione di percorsi umani, culturali, dottrinali, di fede e di vita comunitaria.
A breve nel canale YouTube del Cec sarà disponibile la registrazione integrale dell’iniziativa.