
Chiesa protestante di Francia scossa da un caso di abusi
Un pastore e docente della Facoltà teologica ha abusato per anni di donne e le denunce sono state ignorate a lungo
«Ascoltando le testimonianze delle vittime, riconosciamo che Jean Ansaldi (1934-2010), pastore della Chiesa riformata di Francia (1962-1977) e professore di teologia alla facoltà di Montpellier, Istituto protestante di teologia Ipt (1977-1997), ha gravemente abusato della sua posizione di pastore, professore, decano della facoltà, membro del consiglio pastorale della comunità di Villeméjane, per aggredire sessualmente e violentare le donne che accompagnava nell’ambito delle cosiddette “terapie, psicoanalisi o accompagnamenti spirituali”. Occupando tutti i posti (pastore, insegnante, terapeuta), la pratica di Jean Ansaldi è descritta dalle vittime come una presa tossica e distruttiva, come un sistema di dominio totale».
Così apre il comunicato che hanno prodotto nei giorni scorsi la Chiesa protestante unita di Francia (Epudf) e l’Istituto protestante di Teologia di Montpellier.
Un riconoscimento doloroso che arriva dopo l’audizione di diverse vittime a seguito dell’adesione della Chiesa protestante unita alla Commissione Ricognizione e Riparazione (CRR) nell’autunno 2024.
Secondo il comunicato, la Chiesa riconosce che «questi fatti sono stati denunciati nel 2003, ma che la parola delle vittime è stata poi ignorata, soffocata, persino derisa. Non è stato intrapreso nulla per proteggere le vittime, per venire in loro aiuto, per riconoscere la loro parola, né per impedire a Jean Ansaldi di continuare a reprimere impunemente. La Chiesa e l’IPT oggi riconoscono la loro colpa e i loro torti nei confronti delle vittime, esprimono i loro rimpianti e si scusano».
Le due istituzioni lanciano infine un appello per invitare chiunque sia stato vittima di violenza sessuale imputabile a Jean Ansaldi a contattare la Commissione Riconoscimento e Riparazione.
«Una tsunami» Così Antoine Nouis, direttore del quotidiano Réforme, commenta la notizia in un duro editoriale.
«Prima di qualsiasi analisi – scrive Nouis – vogliamo onorare l’atteggiamento della Chiesa protestante unita di Francia che, con l’Istituto protestante di teologia, hanno rivelato i fatti, riconosciuto gli errori, si sono scusati e, infine, hanno aderito alla Commissione di riconoscimento e riparazione per assicurarsi che la voce delle vittime sarà sempre ascoltata.
Una volta affermato questo, siamo sbalorditi dalla gravità dei fatti rivelati. Jean Ansaldi era un professore di etica che rileggeva la fede cristiana alla luce della psicoanalisi lacaniana e che ha fortemente segnato i pastori della mia generazione. Ha usato la sua autorità per comportarsi in modo rivoltante con le donne sotto la copertura di un accompagnamento spirituale e terapeutico. Il testo parla di stupri.
Che ci siano uomini che si lasciano sopraffare da desideri perversi, lo sappiamo, e perché la Chiesa sarebbe risparmiata? La cosa più grave nel comunicato è la frase che dice: “La Chiesa riconosce che questi fatti sono stati denunciati nel 2003, ma che la parola delle vittime è stata poi ignorata, soffocata, o addirittura derisa. Non posso credere che i leader della Chiesa abbiano voluto prendere in giro coloro che si sono confidati a loro, ma la loro reazione è stata interpretata come una negazione della parola sofferente e come un sostegno al persecutore. L’atteggiamento della Chiesa è stato tanto più inadeguato in quanto il seguito del comunicato lascia intendere che la sua compiacenza ha permesso a Jean Ansaldi di “continuare a agire impunemente”. L’indulgenza della Chiesa non ha permesso di porre un divieto categorico di fronte a derive mortali.
L’anno scorso, Jean-Daniel Roque, ex consigliere legale della Chiesa riformata, ha pubblicato su Réforme una serie di articoli sul segreto professionale. Ha spiegato che quando un pastore veniva informato di un fatto punibile penalmente – che è il caso di uno stupro – doveva, se la vittima era maggiorenne, incoraggiarla a sporgere denuncia. Invece di essere accompagnate nelle loro denunce, le vittime si sono sentite abbandonate dai responsabili a cui si sono confidate. Quando gli abusi sessuali sono stati rivelati nella Chiesa cattolica, i commenti hanno sottolineato che il più scandaloso è stato l’atteggiamento di alcuni vescovi che hanno coperto i crimini. Potevamo sperare che la nostra Chiesa facesse meglio… ci siamo sbagliati».