
Tempo del Creato. I materiali liturgici
Come ogni anno il dossier preparato dalla Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia è a disposizione di chiese e comunità
Ieri, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente promossa dalle Nazioni Unite per sensibilizzare governi, comunità e singoli cittadini sulle principali sfide ambientali, la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha proposto, come avviene da da alcuni anni, un dossier tematico per il Tempo del Creato.
Si tratta di un ricco strumento per il periodo liturgico ecumenico che va dal 1° settembre al 4 ottobre. Il dossier contiene spunti omiletici, meditazioni, materiali per l’animazione, approfondimenti biblico-teologici e molto altro.
Il titolo scelto quest’anno dalla GLAM è un versetto di Isaia: “Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa”.
Pubblichiamo qui il dossier in pdf e, a seguire, un editoriale di accompagnamento scritto dalla coordinatrice GLAM, Maria Elena Lacquaniti.
Seme del Creatore
Il 5 giugno ricorre la Giornata internazionale dell’ambiente, proclamata nel 1972 a supporto dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, contro i cambiamenti climatici e per la promozione sostenibile delle risorse.
A distanza di 53 anni viene spontaneo citare il versetto di Isaia “Sentinella a che punto è la notte?” e la risposta non può che essere “Fonda!”. La notte è fonda e nel buio si ode il gemito di un lungo travaglio che non vede la luce e più passa il tempo e più trascina l’umanità in una profondità abissale. Abissi da cui sarà veramente impossibile risalire.
Se vogliamo che qualcosa resti a chi verrà dopo di noi ancora fruibile o visibile nella sua bellezza naturale dobbiamo rivoluzionare le nostre vite. Una rivoluzione culturale che guardi all’ambiente come uno spazio da amare perché in esso è stato reso visibile e vivente il Creato.
Uno spazio, non oggetto, non complemento a beneficio dell’umanità, ma spazio soggetto che beneficia esso stesso di diritti.
Vivificato e presente oggi come ieri, il cui futuro è sempre più dipendente dalle scelte umane e dalla nostra capacità di sentirci abitanti della casa comune e non unici inquilini.
La rivoluzione a cui dobbiamo ambire entra profondamente nell’animo umano e concepisce la possibilità di un altro mondo. Non è utopia perché il luogo c’è, ce lo ha donato il Creatore, bensì la volontà di interpretare la vita in relazione al prossimo di oggi e di domani, prendendosene cura, coltivando la speranza e agendo in sintonia con ogni parte della creazione.
Sembra però che siamo lontani dagli obiettivi che renderebbero il luogo donato sostenibile.
Nei primi mesi del 2025 gli eventi estremi dovuti a crisi climatica sono aumentati del 31% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’overshoot day italiano si è consumato lo scorso 6 maggio, mentre quello dell’Unione Europea il 29 aprile. Sempre prima rispetto all’anno precedente e questo vuol dire, per esempio nel caso italiano, che a partire dal 7 maggio sono state intaccate le risorse del 2026. L’incremento italiano verso il rinnovabile è lento e lontano dagli obiettivi posti per il 2030 e tutto ciò sarà favorito dalle opzioni di flessibilità che la Commissione UE proporrà in questo mese affiancandole alla proposta legislativa sul target climatico 2040. Siamo anche lontani dal mantenimento del 30% di territorio e di mare protetto, causa di criticità per la conservazione della biodiversità. Inoltre, la proposta di modifica della legge 157/92 infligge un duro colpo alla biodiversità, come denunciato da diverse parti. E ancora i dati emanati dall’Agenzia europea dell’Ambiente imputano il 14% dei decessi a problematiche ambientali.
Questi sono solo alcuni spunti su cui riflettere e nei quali individuare delle responsabilità che ci appartengono e che velocemente dobbiamo rettificare, prima che avanzi il deserto, quello che soffoca, che rende difficile la vita e seppellisce le speranze ingoiandole nella sabbia. Chi si lascia coinvolgere da questo cambio di paradigma sa di custodire nelle proprie mani un seme di pace e di gratitudine, un seme che farà rifiorire il deserto intorno a noi, un seme del Creatore.
Immagine: dettaglio di copertina dal Dossier GLAM per il Tempo del Creato 2025