
Il rapporto dei discepoli di Gesù con il mondo
Un giorno una parola – commento a Giovanni 17, 15
Gerusalemme è circondata dai monti; e così il Signore circonda il suo popolo, ora e per sempre
Salmo 125, 2
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno
Giovanni 17, 15
A volte, i credenti sono incerti sulla questione del loro rapporto col “mondo”; cioè, sulla qualità del loro inserimento nella società in cui vivono.
A volte, i credenti criticano le chiese che vengono a patti con i governi, beneficiando di vantaggi e privilegi che non vengono riconosciuti ad altri soggetti sociali; sono perplessi quando vedono chiese che trattano alla pari con gli Stati; sono infastiditi quando le chiese ingeriscono con il loro potere in decisioni che la società civile dovrebbe prendere in piena autonomia.
A volte, del resto, i credenti plaudono quando le chiese fanno sentire la loro voce “profetica” in questioni di grande valore morale; assentono quando l’informazione “si accorge di loro”; acconsentono a “scendere in piazza” per questioni di forte impatto sociale.
Il versetto di oggi è inserito nella cosiddetta “preghiera sacerdotale” che Gesù fa a conclusione di un lunghissimo insegnamento (che prende ben cinque capitoli) ai suoi discepoli, dove – tra l’altro – fa una distinzione riguardo al loro coinvolgimento nella vita sociale dicendo che i discepoli, come del resto anche Gesù, sono nel mondo, ma non sono delmondo. La distinzione è chiara, i cristiani vivono nel mondo, ma non si conformano al mondo. Dove il verbo conformare ha il senso letterale di “prendere la stessa forma”, come la memory-foam dei materassi.
La soluzione è contenuta nella preghiera per i discepoli: Gesù chiede al Padre non di appartarli, di isolarli, di porli fuori, dal mondo; ma lasciarli lì dove sono nel mondo, proteggendoli però dai pericoli, sia di tipo fisico, sia di tipo spirituale, di questa convivenza.
Un aiuto ai nostri tentennamenti ci viene da Gesù stesso, che fu profondamente calato nella realtà del mondo, ma che – osservandolo – appariva profondamente diverso dal mondo. Egli incarnò una umanità integra, non integralista; portò la grazia, non la legge (1, 17); non venne per giudicare, ma per salvare (12, 47); non venne per dominare, ma per servire (13, 14). Questa è anche la nostra diversità dal mondo. Amen.