«La protezione delle popolazioni civili non è un’opinione politica»

Chiese protestanti svizzere e francesi intervengono sulla tragedia di Gaza

 

Il Consiglio della Chiesa Evangelica Riformata in Svizzera (Ceris) «osserva con profonda preoccupazione la catastrofe umanitaria in corso nella Striscia di Gaza e l’escalation di violenza in Medio Oriente. La guerra seguita all’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 ha portato a una situazione umanitaria che può essere descritta solo come catastrofica. Ogni giorno si perdono vite umane, su entrambi i lati del confine, ma in proporzioni drammaticamente diseguali».

 

Il testo prosegue con alcuni punti analizzati:

 

UN IMPEGNO SENZA RISERVE PER LA VITA

Al di là delle questioni geostrategiche, ci impegniamo per la vita. E contro la logica della violenza. L’inviolabilità della vita umana è al centro della nostra fede. Questa non è una convinzione unilaterale: si applica a tutti, ovunque. Piangiamo tutte le vittime:

gli ostaggi israeliani e i morti del 7 ottobre, i civili palestinesi che da allora hanno perso la vita in una scala inimmaginabile, tutti coloro che sono intrappolati tra la cecità ideologica, l’escalation militare e il fallimento della comunità internazionale. Hamas non è Gaza. E Netanyahu non è Israele. Ma le persone stanno morendo.

 

UN DOVERE DI ESPRIMERE

Prendiamo posizione contro le strutture e le azioni che calpestano la vita.

La restrizione mirata degli aiuti umanitari, la punizione collettiva di intere popolazioni, l’uso strategico della fame, della fuga e della paura: tutto ciò contraddice un’azione responsabile.

Anche se il terrore di Hamas costituisce un attacco massiccio al diritto all’esistenza dello Stato di Israele.

 

COSA CHIEDIAMO

Chiediamo l’accesso umanitario immediato e completo alla popolazione civile di Gaza.

Rifiutiamo fermamente ogni forma di punizione collettiva. Ricordiamo la validità e il carattere vincolante del diritto internazionale umanitario, in particolare della Quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. La protezione delle popolazioni civili non è un’opinione politica, ma un obbligo giuridico. Le violazioni di questi principi devono essere riconosciute come tali. Questo è ciò che chiediamo al governo svizzero.

Invitiamo la comunità internazionale ad assumersi la propria responsabilità in materia di protezione, al di là degli interessi geopolitici. Preghiamo per una soluzione basata non sulla vittoria di una parte, ma sulla giustizia e la sicurezza per entrambi i popoli.

 

COSA STIAMO FACENDO COME CHIESA

Stiamo lavorando con i nostri partner religiosi in Svizzera per garantire che questa guerra non provochi divisione o odio tra di noi.

Incoraggiamo un dibattito pubblico informato e consapevole. Nelle nostre parrocchie, nell’istruzione e nel diaconato.

Partecipiamo ovunque possano emergere prospettive di pace, in particolare sostenendo gli attori ecclesiastici e civili in Medio Oriente.

 

 L’UMANITÀ NON HA SCHIERAMENTI

Crediamo che coloro che piangono per la vita non abbiano bisogno di dichiarazioni di lealtà. Ma di compassione. E del coraggio di dire la verità.

Come cristiani, crediamo nel potere della riconciliazione; che la riconciliazione inizia con la verità. E che la verità inizia con l’affrontare la verità.

 

In una dichiarazione i leader riuniti nel Consiglio delle Chiese Cristiane in Francia (Cécef) chiedono «un’azione urgente per porre fine alla violenza tra Israele e Palestina».

 

Dichiarazione dei leader religiosi cristiani per la Pace a Gaza: «I leader delle religioni cristiane in Francia, riuniti nell’ambito delle riunioni periodiche del Consiglio delle Chiese Cristiane in Francia, uniscono le loro voci a quelle di chi chiede la pace in Israele, Gaza e Cisgiordania.

Ribadiscono che gli ostaggi devono essere rilasciati incondizionatamente e che i corpi dei defunti devono essere restituiti alle loro famiglie affinché possano ricevere una degna sepoltura. Si fanno portavoce del grido di coloro, bambini e adulti, che soffrono la fame, che non hanno un tetto e una sicurezza, che chiedono che bambini e giovani possano studiare in pace.

Invitano i leader politici di ogni tipo ad agire per una pace reale e duratura. Ribadiscono che il rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario, è una componente necessaria della giustizia oggi e che uno Stato cresce rispettandolo. Pregano Dio affinché susciti operatori di pace coraggiosi e lungimiranti.

 

Pastore Christian Krieger, Presidente della Federazione Protestante Francese

Metropolita Dimitrios, Presidente dell’Assemblea dei Vescovi Ortodossi di Francia

Vescovo Éric de Moulins-Beaufort, Presidente della Conferenza Episcopale Francese