Essere oltraggiati a motivo della fede

Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 5, 41-42

Si rallegreranno tutti quelli che in te confidano

Salmo 5, 11

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo

Atti degli apostoli 5, 41-42

 

 

 

“… rallegrandosi di essere ritenuti degni di essere oltraggiati”. Sappiamo quanto sia presente la tentazione del masochismo cristiano, nei tempi passati come oggi, e questa reazione da parte degli apostoli sembrerebbe alimentarlo con decisione. Sappiamo anche quanto la chiesa lo abbia fatto suo, come una scusa per invitare gli oppressi a gioire della loro condizione, invece di provare ad agire contro gli oppressori.

 

Eppure, la conclusione delle parole del libro degli Atti per oggi, ci costringe ad affrontare la questione in modo completamente diverso. Gli apostoli sono stati oltraggiati per il nome di Gesù e la conseguenza non è la gioia (questa sì sarebbe masochista), ma l’insegnamento e la testimonianza: il senso profondo di ciò che è loro avvenuto, oggi lo condividono con noi.

 

L’oltraggio ricevuto non li rende persone migliori: l’idea che la sofferenza sia da ricercare perché ci avvicina a Dio sfiora, a mio avviso, la bestemmia. L’oltraggio li rende però testimoni credibili, autentici annunciatori del messaggio ricevuto. Gli apostoli portano il lieto messaggio che Gesù è il Cristo, cioè che la potenza di Dio si è realmente e definitivamente manifestata nel figlio del falegname morto sulla croce e risorto. Gli apostoli sono oltraggiati perché il messaggio loro affidato dà fastidio, mette in discussione la logica umana del dominio, ma sanno di non averne un altro. E così si rallegrano non già di aver sofferto, ma della fedeltà di Dio che li ha accompagnati e ha permesso loro di non cercare facili scorciatoie, offrendo messaggi più glamour, ma che nulla hanno a che fare con l’annuncio cristiano.

 

Gli apostoli davanti al Sinedrio, insomma, sono stati guidati da Dio a non predicare loro stessi, a non esaltare il buon senso umano, ma la paradossalità del Signore sofferente, del Re crocifisso; ed ora sono gioiosi perché riconoscono e ci raccontano che in quel momento per grazia di Dio la loro testimonianza è stata coerente con la fede loro donata. Amen.