Dio è un luogo sicuro in cui rifugiarci

Un giorno una parola – commento a Salmo 18, 31

 

 Chi è Rocca all’infuori del nostro Dio!

Salmo 18, 31

 

Paolo scrive: «Avevamo già noi stessi pronunciato l nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio, che risuscita i morti. Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora»

II Corinzi 1, 9-10

 

Chiunque, come il sottoscritto, abbia frequentato le scuole a Ivrea non è sfuggito alla visita dei castelli della Valle d’Aosta quale meta per le gite. Nonostante gli anni trascorsi, le ricordo ancora come momenti piacevoli e, benché non sia quello in genere lo scopo principale da parte degli studenti, istruttivi. Ricordo, ad esempio la visita al palazzo nobiliare, ricco e sfarzoso, di Issogne; bello, ma militarmente indifendibile, per cui la famiglia Challant in caso di pericolo imminente, attraversava la Dora Baltea e si rifugiava nel castello di Verres che era il classico maniero medievale circondato da mura con l’immancabile ponte levatoio. Questo era sì uno spartano e imprendibile castello; era una rocca, appunto.

 

Dio è la nostra unica rocca, ci dice il Salmista. Vi sono occasioni nella vita in cui Dio è la nostra ultima, estrema linea di difesa. Questo non vuol dire comprendere la propria vita come un continuo combattimento, ma semplicemente riconoscere che vi sono delle occasioni in cui pare proprio di sentirsi indifesi da quanto sta avvenendo attorno a noi e ci coinvolge; ne facciamo tutte e tutti esperienza. Nel nostro cammino di vita noi confessiamo di avere un luogo in cui rifugiarci e che questo “luogo” altri non è che la fiducia in Colui che per grazia ci ha promesso di sostenerci, di difenderci, di farci sentire al sicuro.

 

Non è una fuga dal mondo, non è ritirarsi in un qualche altrove dimenticando i problemi, ma è sapere che abbiamo in Dio la possibilità di fermarci un momento, riordinare le nostre idee, riprendere forza e speranza senza l’assillo di quanto preme sulla nostra esistenza. Non è un esilio, ma l’occasione per riflettere sul nostro cammino di credenti e poi riprenderlo nella certezza di essere stati accolti e protetti dal nostro Signore e nella fiducia che questo avverrà di nuovo quando servirà. Amen.