Una nuova Festa del Creato?

Il pastore Luca Baratto racconta il recente incontro delle chiese cristiane ad Assisi

 

Le chiese di tutto il mondo stanno pensando di inserire nei loro calendari liturgici una nuova festa, comune a tutti i cristiani: la Festa del creato. Di questo si è parlato ad Assisi, dal 5 al 7 maggio scorsi, durante la Seconda Conferenza ecumenica internazionale, organizzata dal movimento Laudato Si’, per la promozione di questa nuova festività. «Se il cammino di Assisi proseguisse e raggiungesse il suo scopo, potrebbe diventare una pietra miliare della cristianità intera», ha detto nel suo saluto ai partecipanti il vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, moderatore del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese.

 

La nuova festa in effetti presenta molti punti favorevoli. Prima di tutto avrebbe un forte impatto ecumenico. Ad Assisi c’erano proprio tutti i cristiani: dalle diverse famiglie protestanti all’Alleanza evangelica mondiale, dalla Comunione anglicana all’Esercito della salvezza alle Chiese pentecostali, dalle Chiese ortodosse a moltissime Conferenze episcopali cattoliche di tutto il mondo. La Festa del Creato riguarderebbe tutti i cristiani che festeggerebbero la stessa cosa, ovunque, lo stesso giorno, verosimilmente il 1° settembre, che nella tradizione ortodossa è già la Giornata del Creato.

 

In secondo luogo, la Festa del Creato non è divisiva, non serve a delle chiese per marcare la loro differenza da altre. Invece, invita tutti i cristiani a unirsi nella lode del Creatore, nella gioia per il Creato e nella condivisione delle preoccupazioni per una crisi ambientale che è anche una crisi spirituale.

 

In ultimo, si tratterebbe di una Festa comprensibile anche per chi non è cristiano o non si interessa di religione. Per una volta, i cristiani non si ritroverebbero a discutere di questioni incomprensibili ai più, nate magari cinquecento anni fa e mai risolte, ma di cambiamento climatico, di modelli di economia, di stili di vita, di rispetto per la vita.

 

Nonostante tutti questi punti positivi, inserire una nuova Festa nel calendario liturgico ufficiale di una chiesa può richiedere un iter lungo e complesso. Per la Chiesa cattolica romana, per esempio, coinvolge il Dicastero per il culto divino e implica una sostanziale omogeneità con la struttura dell’anno liturgico già in essere.

 

È difficile restituire la ricchezza delle diversità emerse ad Assisi in relazione alla Festa del creato: nell’emisfero nord la si festeggerebbe alla fine dell’estate, in quello sud all’inizio della primavera: nella chiesa ortodossa il 1° settembre è l’inizio dell’anno liturgico, in quelle occidentali si va verso la sua fine; in alcune aree del mondo la consapevolezza dei cambiamenti climatici non è così sviluppata, in altre i suoi effetti incidono pesantemente sulla vita quotidiana delle persone. Tutto questo rende diverso il modo di festeggiare la stessa festa.

 

Il cammino verso quello che è stato definito da alcuni «il sogno ecumenico per il cristianesimo del III millennio» è ancora lungo ma sta proseguendo con entusiasmo e, per una volta, almeno sembra, nella concordia.

 

 

La rubrica «Parliamone insieme» a cura di Luca Baratto è andata in onda domenica 18 maggio durante il «Culto evangelico», trasmissione (e rubrica del Giornale Radio) di Rai Radio1 a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Per il podcast e il riascolto online ci si può collegare al sito www.raiplayradio.it