L’amore di un padre per il figlio

Un giorno una parola – commento a Giovanni 4, 49-51

 

 

Così parla il Signore: «Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco»

II Re 20, 5

 

L’ufficiale reale gli disse: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli disse: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e se ne andò.  E, come già stava scendendo, i suoi servitori gli vennero incontro e gli dissero: “Tuo figlio vive”

Giovanni 4, 49-51

Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e se ne andò. Chi è questo funzionario del re che si allontana da Gesù con la certezza che le sue parole sono vere e, dunque, che suo figlio è già stato guarito? È un giudeo o un gentile? Potrebbe essere tanto uno che l’altro. Che differenza farebbe? Che importanza avrebbe?

Questo ufficiale aveva sentito la notizia dell’arrivo di Gesù in Galilea dai galilei stessi che comunicavano il loro entusiasmo per Gesù “perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa” (cfr. v. 45; 2, 23). Visto che lo dicevano in molti, l’ufficiale volle fare un tentativo.  Si è avvicinato a Gesù per comunicargli il suo tormento con una preghiera che ha come soggetto il suo bambino e la sua guarigione.

 

Gesù fa un rimprovero indiretto della richiesta dell’ufficiale, quando dice: Se non vedete segni e prodigi, voi non credete. Tuttavia, l’uomo non si scoraggia. Pe lui non è una questione di mettere alla prova la sua fede. Desidera ardentemente la guarigione del piccolo. Quindi, chiede a Gesù di recarsi di fretta al luogo dove giace suo figlio prima che questi muoia perché malato gravemente. Il suo invito scaturisce dall’amore di un padre, segno della sua fede che, anche se imperfetta, è abbastanza per porre la sua fiducia in questo sconosciuto di cui aveva sentito che aveva compiuto cose straordinarie. 

 

Come questo padre che ama con tutto se stesso suo figlio, anche Dio ama noi, suoi figli e figlie, e vuole darci vita e benedizioni in abbondanza. Quando siamo in difficoltà faremo bene a ricordarci di questo amore genitoriale di Dio. Perciò non esitiamo ad avvicinarci a Lui con fiducia per chiedergli di assisterci nella prova che stiamo attraversando e in ogni cosa rendiamo grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi (cfr I Tessalonicesi 5, 18).  Amen.