
Le radici del cristianesimo
Un giorno una parola – commento a Romani 9, 4-5
Io aspetto il SIGNORE che nasconde la sua faccia alla casa di Giacobbe; in lui ripongo la mia speranza
Isaia 8, 17
Gli Israeliti, ai quali appartengono l’adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse; ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno
Romani 9, 4-5
Un politico a livello locale, un consigliere comunale, del quale non interessano né il nome, né la parte politica, né la città, qualche anno fa s’era detto offeso “come cattolico” dall’affermazione che Gesù era ebreo; evidentemente un “cattolico fai da te”. La chiesa cattolica, infatti, ha affermato in documenti autorevoli che “Gesù era e sarà ebreo per sempre”.
Che Gesù era ebreo, del resto, prima della chiesa cattolica, lo dice la Bibbia: a conferma di quella affermazione si cita, con altri, proprio il passo, tratto dalla lettera ai Romani, proposto per la nostra meditazione odierna. Per Gesù e per l’apostolo Paolo i libri dell’Antico Testamento erano la Scrittura. Quando Paolo e Gesù prima di lui criticano idee, convinzioni o pratiche dell’ebraismo loro contemporaneo lo fanno “dal di dentro”, come chi ne è e se ne sente pienamente parte.
Nella visione cristiana, ovviamente, l’Antico Testamento è letto nella prospettiva del Nuovo, a partire da Cristo, visione del tutto opposta a quella ebraica, che vede nell’insieme “Legge, Profeti e Scritti” un corpo a sé stante e in sé chiuso. La conoscenza dell’Antico Testamento, nella consapevolezza che lì sono le radici del cristianesimo, è l’antidoto più potente all’antisemitismo di ritorno, ma la mia impressione è che tra i fedeli della confessione cristiana di maggioranza più che l’esigenza di leggere e comprendere la Bibbia siano sentiti l’aspetto devozionale e la dimensione identitaria della fede.
Una minoranza significativa, tuttavia, è interessata a leggere e ad approfondire la Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, e spesso a farlo con noi e con i credenti di altre confessioni cristiane in un confronto stimolante e arricchente. Credo che di questo dovremmo essere grati al Signore, come di un anticipo di quell’unità reale e non istituzionale che solo la Parola e lo Spirito di Dio possono realizzare. Amen.