Donne “combattenti”… anche letteralmente

Nel libro di Tiziana Colasanti, un insegnamento di pace e parità che viene (anche) dalle arti marziali

 

Tiziana Colasanti ha cominciato a praticare arti marziali a 44 anni e ha seguito diverse discipline (karate, haikido, spada giapponese). Da poco in pensione, ha insegnato storia nelle scuole medie e superiori; ha scritto romanzi e racconti e collabora al periodico L’Amico dei fanciulli. Da pochi mesi ha pubblicato Donne che non volevano stare in cucina. Eroine conosciute e misconosciute di tutto il mondo*. Nel libro si raccontano molte storie di donne “in armi”, ma il messaggio è esattamente l’opposto di quello che si potrebbe immaginare influenzati dal clima politico e culturale che stiamo vivendo, e viene proprio dalla pratica delle arti marziali che, ci spiega l’autrice, «promuovono una cultura di pace, ritualizzando il conflitto. L’intento del libro non è sicuramente glorificare la guerra, bensì far conoscere figure che hanno rovesciato degli stereotipi».

 

L’idea nasce da Simone Chierchini, uno dei maggiori maestri di haikido in Europa, fondatore di The Ran Network, casa editrice dedicata alle arti marziali, che ha contribuito suggerendo all’autrice alcune biografie e il titolo.

Donne, anche molto giovani, che sono “uscite dai ranghi” che la società imponeva loro, vestendo (a volte letteralmente) panni maschili, e imponendosi con un coraggio e una forza che nulla avevano da invidiare ai loro colleghi: «Le mie eroine non volevano essere relegate in ruoli marginali, seguire vie già tracciate da altri». Non solo, ci suggeriscono anche di andare al di là di una divisione schematica tra maschi e femmine, che oggi nel 2025 sembra ancora (o di nuovo) forte… «Ci sono donne sposate (anche più volte, spesso con matrimoni combinati) e madri, lesbiche, transgender, bisessuali… a dimostrare che c’è sempre stata un’estrema varietà di identità e orientamenti…».

 

Il libro offre un panorama estremamente variegato, sia geograficamente (dal Nord America all’Africa, all’Europa, all’Asia, ovviamente, patria di molte arti marziali) sia cronologicamente, dal Medioevo al XX secolo, “insegnandoci” la Storia da un’ottica originale, molto concreta, attraverso l’azione di donne (e uomini) alla base di molti episodi storici che, inevitabilmente, sono di stampo politico-militare. Nel libro, ricorda l’autrice, sono rappresentate anche diverse classi sociali: non soltanto le nobili, che ricevevano una certa istruzione, ma anche le donne del popolo, come “Peppa la Cannoniera”, eroina risorgimentale siciliana, c’è anche un messaggio di riscatto sociale.

 

Questo e altri esempi ci portano a una domanda: c’è un mestiere o un’attività che una donna non possa intraprendere? La risposta è chiara: «Assolutamente no, possiamo fare di tutto! Praticare un’arte marziale (non in senso agonistico) è fondamentale proprio per avere questa consapevolezza di sé, del proprio corpo. Nel libro non è detto esplicitamente, ma un’arte marziale si pratica non per andare in guerra ma per rendersi conto di chi si è e di che cosa si può fare».

Nel contesto che stiamo vivendo, in cui sembra che le donne, soprattutto le più giovani, siano “disarmate” di fronte a una violenza maschile, fisica e verbale, crescente, è un messaggio importante. «A scuola ho visto ancora molti stereotipi patriarcali: negli ultimi anni ho insegnato al biennio, classi in buona parte femminili. Per circa la metà non era per nulla scontato il fatto di non dover consentire a fratelli, padri o fidanzati atteggiamenti o parole irrispettosi. C’è anche un’incapacità di comunicare che rischia di creare due blocchi distinti, come ben emerge dalla serie Adolescence. Rispetto a quando ho iniziato, negli anni Ottanta, la situazione è peggiorata, in merito alla consapevolezza e alla capacità di comunicare: la scuola, le famiglie, le chiese, dovrebbero lavorare molto su questo, perché c’è una recrudescenza di una certa mentalità patriarcale o, peggio ancora, le ragazzine utilizzano le vecchie armi di una società patriarcale (bellezza, disponibilità/indisponibilità) per mettersi contro i maschi. La comunicazione televisiva e poi Internet hanno contribuito a questa situazione…».

 

* Tiziana Colasanti, Donne che non volevano stare in cucina. Eroine conosciute e misconosciute di tutto il mondo. The Ran Network, 2025, pp. 220, euro 21,84