
La Buona Novella. Scintilla di speranza nel braccio della morte
La rubrica della redazione dedicata alle buone notizie
Robin Dion Myers, un uomo di 63 anni da oltre trent’anni nel braccio della morte in Alabama (Usa), non morirà inalando azoto puro: la governatrice Kay Ivey ha commutato la condanna a morte in ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, rendendo Myers il primo uomo nella storia moderna di quello Stato a ricevere clemenza in un caso di pena capitale. Secondo il Death Penalty Information Center, in Alabama, sono 157 le persone attualmente condannate alla pena capitale; dal 1976 lo Stato ha giustiziato 78 persone, e già sei nel solo 2024.
Myers, afroamericano con una disabilità mentale diagnosticata sin dall’infanzia, era stato condannato a morte nel 1994 per l’omicidio di una vicina, sebbene il processo fosse stato da subito segnato da gravi lacune: nessuna arma del delitto, nessuna prova fisica né identificazioni certe da parte di due testimoni oculari. La giuria (composta da 11 bianchi e un nero) aveva inizialmente optato per l’ergastolo, ma il giudice – con una prassi oggi vietata – aveva sovvertito la sentenza, condannando alla pena di morte Myers, che si è sempre dichiarato innocente.
È stata l’avvocata Kacey Keeton, che segue il caso dal 2004 (prima Myers era rappresentato da un avvocato con legami con il Ku Klux Klan), a dare al suo assistito la buona notizia tra le lacrime. La vicenda di Myers è diventata fonte di ispirazione per i tanti avvocati coinvolti in casi di pena capitale che non ottengono spesso grandi vittorie, ma soprattutto motivo di speranza per tanti detenuti nel braccio della morte.
Il 2024 è stato il secondo anno con il più alto numero di concessioni di clemenza mai registrato negli Stati Uniti. Purtroppo, restano ancora circa 55 paesi nel mondo in cui la pena di morte, con la sua brutalità irreversibile, è ancora legalmente ammessa. L’auspicio è che il 2025 segni finalmente un passo decisivo verso la sua abolizione globale.