Fare il bene, rimanendo umili

Un giorno una parola – commento a Luca 17, 10

 

 

Chi disprezza il prossimo pecca, ma beato chi ha pietà dei miseri!

Proverbi 14, 21

 

 

Così anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: «Noi siamo servi inutili: abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare»

Luca 17, 10

 

 

Siamo chiamati a servirci gli uni gli altri, a fare della nostra vita un dono. Non per vantarci, per sentirci superiori o rinfacciare ciò che abbiamo fatto umiliando i nostri beneficiari, ma perché a nostra volta siamo amati, sostenuti e compresi.

Dice Gesù: «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti» (Matteo 7, 12). È una legge, non è una scelta. Siamo chiamati e chiamate a sostenere i più deboli, a cercare giustizia, ad essere presenti dove c’è sofferenza e angoscia. «Sono al tuo fianco, sono qui per te, umilmente e con rispetto, senza giudicare». Una presenza discreta, pronta ad aiutare e ascoltare. Gesti concreti e utili per garantire ciò di cui hai veramente bisogno. «Sarò capace di stare in silenzio, di dimenticare ciò che ho fatto per te, perché non desidero nulla in cambio. Non voglio sentire un grazie, non voglio obbligarti ad essere riconoscente. Il mio intento è solo quello di non farti sentire solo, sola in un momento difficile che stai attraversando».

 

Ecco ciò che vorremmo sentir dire nella difficoltà, nella solitudine. Ciò che ho compreso in questi tempi che sembrano oscuri è che siamo chiamati a portare luce, ad essere noi il cambiamento che vogliamo vedere. Senza lamentarci, senza avere paura, possiamo portare una voce diversa.

 

Possiamo fare resistenza al male che ci circonda, anche riconoscendo che, per quanto piccoli e piccole siamo, possiamo portare una nota di pace e un sorriso nella vita altrui. Rimaniamo umili, ma tenaci, continuando a tessere un mondo diverso intorno a noi che con l’impegno di ognuno può diventare un reale mondo di pace. Amen.