
Adelaide Hautval e il suo impegno nei lager
Chiese francesi chiedono che la medico psichiatra sia sepolta al Pantheon per il suo no alle sperimentazioni mediche su donne ebree
Il pastore Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia (Fpf) e il Gran Rabbino di Francia, Haïm Korsia, chiedono di riconoscere l’impegno di Adelaide Hautval contro l’oppressione e l’ingiustizia, accogliendola al Pantheon al fianco di altre grandi figure della Nazione.
«Donna coraggiosa che incarna i valori senza tempo di giustizia, umanesimo e resistenza di fronte a qualsiasi discriminazione, la sua lotta per la dignità e il rispetto dei diritti umani risuona con forza nella nostra società contemporanea» si legge nell’appello congiunto. Come l’analogo romano, il Pantheon parigino è diventato un mausoleo con i resti mortali di personaggi illustri del panorama francese.
Nata nel 1906 in Alsazia, Adélaïde Hautval, medico psichiatra, si distingue per il suo pieno impegno nella difesa della dignità umana. Nel 1942, mentre cercava di attraversare la linea di demarcazione franco-tedesca, fu arrestata e testimoniò la sua indignazione di fronte ai trattamenti inflitti agli ebrei. Dichiarando pubblicamente: «Gli ebrei sono esseri umani come gli altri», è contrassegnata con lo stigma «amica degli ebrei» e deportata ad Auschwitz-Birkenau.
Di fronte alla barbarie, dimostra una resistenza morale esemplare. Rifiutando di collaborare alle cosiddette sperimentazioni mediche naziste, conserva la sua integrità e la sua coscienza a rischio della vita. Il suo coraggio e la sua rettitudine ne fanno una figura di eccellenza nella lotta contro gli abusi di potere e le discriminazioni.
Nell’aprile del 1945 Hautval fu liberata dai sovietici, ma rimase nel campo per curare i malati, tornando in Francia soltanto a giugno, con l’ultimo volo che trasportava i deportati. Divenne di nuovo una dottoressa e fu insignita della Legion d’Onore (Legion of Honour) nel 1945. Ha scritto le sue memorie intitolate Medicina e crimini contro l’umanità (Medicine and crimes against humanity) e ebbe l’opportunità di testimoniare contro During, il medico nazista responsabile degli esperimenti su almeno 400 donne ebree.
«La lotta di Adélaïde Hautval – si legge ancora – risuona particolarmente oggi; la difesa delle libertà fondamentali e la lotta contro le persecuzioni rimangono sfide importanti della nostra società. Il suo coraggio ci interpella sull’importanza di rimanere fedeli ai nostri principi e di rimanere umani, anche nelle circostanze più avverse. Il suo impegno è un punto di riferimento morale per le generazioni attuali e future».
Onorata dallo Yad Vashem già nel 1965 come “Giusta tra le Nazioni”, Adélaïde Hautval «merita oggi un riconoscimento nazionale all’altezza del suo impegno. Il suo ingresso nel Pantheon valorizzerebbe questa figura che insieme ad altre hanno difeso i valori universali della Repubblica». Le voci sono particolarmente numerose, e spesso eminenti, per sostenere questa iniziativa: storici, politici, scrittori, personalità del mondo medico e intellettuale, e numerose associazioni impegnate nella trasmissione della memoria e nella lotta contro le discriminazioni.
La Federazione protestante di Francia e il Gran Rabbino di Francia «invitano tutti i cittadini, le istituzioni e gli attori della società civile a unirsi a questo movimento e a sostenere l’iniziativa. Far entrare Adélaïde Hautval nel Pantheon significa affermare il nostro attaccamento a una società fondata sulla giustizia, l’umanità e la difesa dei più vulnerabili».