Guardare il Dio crocifisso

Un giorno una parola – commento a I Pietro 2, 24

 

Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti

Isaia 53, 6

Cristo ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia

I Pietro 2, 24

L’inno che include questo versetto della lettera di Pietro, citando il capitolo 53 del profeta Isaia, mette in evidenza il legame profondo tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Gesù è identificato come il “servo sofferente” di Isaia, l’“Agnello di Dio” (Giovanni 1, 29), per il quale abbiamo ricevuto il perdono dei nostri peccati. Tuttavia, lo scopo di Pietro non è quello di esaltare la sofferenza in sé, ma di sottolineare il valore della sofferenza di Cristo, grazie alla quale noi siamo stati salvati e guariti.

 

Queste parole diventano davvero potenti quando ci aiutano a riconoscere, con umiltà, il nostro peccato personale, quello più nascosto, che solo noi conosciamo. È proprio questo peccato, spesso vissuto senza responsabilità verso gli altri, che finisce per alimentare l’ingiustizia nel mondo. Siamo invitati a guardare il Crocifisso, che rappresenta in modo concreto ogni persona ferita ed umiliata. Assumendo su di sé la condizione del “Servo sofferente”, Gesù ci spinge ad aprire gli occhi sulla realtà della sofferenza che ci circonda e ad aprire il cuore per accogliere e prenderci cura di chi è nel bisogno.

 

Se la nostra conversione è sincera e nasce dall’amore per il “Dio crocifisso”, allora essa non resta solo qualcosa di personale, ma diventa capace di generare un vero cambiamento anche nella società che ci circonda. La sofferenza di Gesù ci insegna non solo a riconoscere il dolore degli altri, ma anche a liberarci dalla violenza, che purtroppo sembra dilagare sempre di più.

Scriveva il pastore Dietrich Bonhoeffer: «Cristo non ci aiuta in virtù della sua onnipotenza, ma in virtù della sua sofferenza». Amen.

 

Immagine: Eugène Delacroix, Crocifissione (1845), Muséum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam